Ancora qualche giorno di “sosta in rada” e poi Agostino Scornajenchi, classe 1972, prenderà il timone di Snam, primo operatore europeo nelle infrastrutture del gas controllato da Cdp Reti con il 31,35%. Calabrese di origine, ma nato e vissuto a Roma, come si evince dalla sua caratteristica inflessione, Scornajenchi è un appassionato velista e con la sua Ari Bada si è distinto in diverse regate all’Argentario che frequenta abitualmente.
Chi lo conosce lo definisce, a dispetto della forte preparazione finanziaria (dal 2021 è presidente di Andaf, l’associazione dei cfo italiani), «un uomo di visione e uno dei massimi esperti di reti energetiche in Italia». Scornajenchi, del resto, ha un’importante esperienza nelle infrastrutture energetiche e nei business regolati essendo stato direttore finanziario di Terna e prima ancora avendo ricoperto lo stesso ruolo per tutte le attività del Sud Europa del gruppo Engie. Da non trascurare, poi, gli incarichi assunti in Enel a partire dal 1998.
Sponsorizzato dalla premier Giorgia Meloni, che già lo aveva scelto per la guida di Cdp Venture Capital (società che investe in realtà strategiche e startup), è molto apprezzato anche da Forza Italia e dalla Lega. Tra l’altro, la sua nomina arriva a due anni di distanza dallo strappo con il vertice di Terna. Una scelta, quella delle improvvise “dimissioni” di Scornajenchi, che costò alla società una sanzione Consob da 30mila euro. Un incidente di percorso che però ora deve essere superato visto che, in un certo senso, i due gruppi di Stato devono collaborare: redigono insieme, per esempio, gli scenari energetici del Paese oltre ad altri impegni comuni. Il rischio sarebbe dover assistere a una guerra fredda simile a quella che, nel 2011, animò la lunga querelle fra Terna ed Enel, allora guidate da Flavio Cattaneo e Fulvio Conti.
Sposato, due figli, Scornajenchi sarà ufficialmente a bordo di Snam dal 14 maggio quando l’assemblea dei soci ne ufficializzerà la nomina a fianco del presidente Alessandro Zehentner. Molte le sfide che attendono questo manager “di maggioranza” tenace, innovatore e pragmatico di recente chiamato a far parte del ristretto numero di esperti del comitato direttivo di Confindustria sul nucleare. All’orizzonte ci sono, infatti, diversi traguardi aziendali che si intrecciano con gli obiettivi dell’Italia in campo energetico.
In un mondo percorso da sempre maggiori instabilità geopolitiche, Snam è infatti tra i leader italiani a sostegno della transizione energetica e della sicurezza energetica degli approvvigionamenti. Un aspetto, quest’ultimo, che passa anche dalle reti che ne permettono la diversificazione. Reti che, però, vanno ammodernate, ampliate e abilitate alle nuove tecnologie e alle varie fonti energetiche. A questo scopo, l’attuale piano al 2029 elaborato da Snam (che sarà probabilmente aggiornato dal nuovo ad in autunno) scommette 12,4 miliardi sul potenziamento dell’infrastruttura di trasporto, di stoccaggio e Gnl: a cominciare dal completamento della Linea Adriatica entro il 2027, snodo cruciale che aumenterà la capacità di trasporto di 10 miliardi di metri cubi l’anno e che Scornajenchi dovrà osservare molto da vicino.
Poi c’è il tema stoccaggi. Altri 2 miliardi sono riservati all’ampliamento e al potenziamento dei siti di stoccaggio, all’installazione di tre stazioni di compressione dual-fuel e agli investimenti relativi agli asset compresi in Edison Stoccaggio, la cui acquisizione è appena stata finalizzata. Sul fronte dei rigassificatori, il cui utilizzo è oggi tra il 90 e il 100%, con l’entrata in esercizio di Ravenna (dopo Piombino, Olt, Rovigo e Panigaglia) la capacità di trattamento complessiva del Paese sale a 28 miliardi di metri cubi l’anno (il 45% della domanda nazionale), un livello pari a quanto importava l’Italia dalla Russia nel 2021 che, a tendere, dovrà essere mantenuto e migliorato. Il tutto, in un’ottica in cui la sostenibilità è, e resta, una vera e propria leva strategica.
Scornajenchi potrebbe invece aumentare l’impegno del gruppo sul fronte della digitalizzazione avanzata, dell’applicazione dell’intelligenza artificiale e di tecnologie all’avanguardia. In Cdp Venture Capital, l’amministratore delegato in pectore ha lanciato e implementato un fondo da 1 miliardo per l’AI.
Se guardiamo poi al suo operato in Terna, il manager potrebbe decidere anche di acquisire qualche pezzo pregiato utile a sviluppare il business di Snam. «Ci siamo portati in casa competenze cruciali per il nostro futuro», disse nel 2020 Scornajenchi quando portò a termine l’acquisizione di Brugg Cables, uno dei leader di cavi terrestri ad alta tensione. Un colpo considerato di grande valore per il gestore della rete di trasmissione italiana che si è così assicurato una expertise solida per la realizzazione delle linee future e per la gestione e manutenzione degli asset esistenti.
D’altra parte, come ha scritto Scornajenchi in un post su Linkedin: «Il mondo cambia in fretta: dobbiamo saperlo guardare e soprattutto capire». E riuscire a farlo prima degli altri fa la differenza, in particolar modo nel settore energetico.
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