“Come Banca Mediolanum non abbiamo come strategia di avere partecipazioni in altri istituti. Quando è arrivata l’operazione con Mps non è qualche cosa che ci riguardava. E’ indipendente dal fatto che la fusione possa essere qualcosa di positivo piuttosto che no”. Lo ha dichiarato Massimo Doris, ad di Banca Mediolanum, interpellato sulla decisione di uscire da Piazzetta Cuccia. “Visto che il partner sarebbe cambiato non abbiamo avuto più motivi per stare dentro, tirati per la giacchetta da una parte e dall’altra” ma “se non ci fosse stata questa operazione non saremmo usciti così in fretta”, ha ammesso. Doris ha indicato che “non c’è nessun banker che sia arrivato da Mediobanca, non escludo che in futuro possa avvenire. Ma noi reclutiamo molto raramente da altre reti, siamo più concentrati sulle banche tradizionali”. In ogni caso “non vedo un pericolo per Banca Mediolanum di un competitor. Da Mediobanca Premier e Widiba non viene qualcosa di preoccupante per noi”, ha dichiarato. In ogni caso Banca Mediolanum, ha sottolineato, “non è interessata al risiko bancario”.
Profitti in crescita a 477 milioni nel semestre
Il gruppo ha presentato i risultati del semestre che sono stati archiviati con un utile netto in aumento a quota 477 milioni, +6% rispetto al 2024. Le commissioni nette nel primo semestre sono pari a a 644,4 milioni, su del 10% rispetto al primo semestre 2024, anche grazie alla consistente raccolta netta in prodotti di risparmio gestito che ha consentito un’ingente crescita delle masse medie. Il margine da interessi pari a 366,8 milioni, in calo del 12%, risente da un lato del diverso contesto dei tassi di interesse rispetto alla prima parte del 2024 e dall’altro degli effetti sul costo della raccolta dovuti al successo delle iniziative commerciali.
Il margine operativo ammonta a 570,6 milioni, superiore dell’1% rispetto al primo semestre del 2024. Pertanto, l’utile netto si attesta a 477,3 milioni, in crescita del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il totale delle masse gestite e amministrate è pari a 144,42 miliardi, con un incremento del 12% rispetto al 30 giugno scorso e del 4% dalla fine del 2024. Gli impieghi alla clientela retail si attestano a 18,14 miliardi, in ascesa del 7% rispetto al 30 giugno 2024 e del 3% rispetto al 31 dicembre.
Per intero 2025 attesa raccolta di 8-8,5 miliardi
Per l’intero esercizio 2025 il gruppo guidato da Doris si attende una raccolta netta in risparmio gestito di 8-8,5 miliardi, un margine da interessi in riduzione di circa il 3% rispetto al precedente esercizio, un Cost/Income Ratio inferiore al 40%, un Costo del Rischio pari a circa 20 bps e un dividendo in crescita rispetto al dividendo base di 0,75 euro per azione distribuito nel 2024. E’ quanto si legge nella nota sui conti della banca. “Anche il portafoglio crediti supera una nuova soglia, quella dei 18 miliardi di euro, continuando a distinguersi per qualità, con un Npl ratio tra i più contenuti del settore. Cresce inoltre il numero dei nostri Family Banker e ci avviciniamo ormai ai due milioni di clienti”, ha sottolineato Doris.
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