Il Piano Mattei ispira sempre più aziende, anche quelle che finora sono rimaste per lo più nei confini nazionali. Così, il gruppo Iren guidato da Gianluca Bufo, ha stretto un’alleanza inedita con l’Egyptian Electronics Recycling Co. (Eerc), azienda egiziana attiva nel settore del riciclo dei rifiuti elettronici. Il protocollo d’intesa volto ad esportare in Egitto il know-how della multiutility nel recupero di metalli preziosi e materie prime critiche rappresenta un ulteriore importante passo avanti verso la diffusione internazionale di modelli di economia circolare.
E per Iren un ampliamento dell’orizzonte di sviluppo non da poco. L’Egitto difatti è il maggiore produttore di rifiuti elettronici del continente africano, con una stima annuale di oltre 700.000 tonnellate e un notevole potenziale di crescita nel tasso di recupero. Il protocollo prevede una collaborazione tra Iren ed Eerc per valutare la fattibilità di realizzare in Egitto impianti di recupero dei metalli preziosi analoghi a quello inaugurato da Iren a Terranuova Bracciolini (Arezzo) negli scorsi mesi.
L’obiettivo è replicare la tecnologia idrometallurgica innovativa e a basse emissioni di carbonio utilizzata in questo impianto modulare per estrarre, da circuiti stampati e schede elettroniche a fine vita, materiali ad alto valore come oro, argento e rame.
“Questa collaborazione fra il Gruppo Iren ed Eerc rientra pienamente nello spirito del Piano Mattei e in linea con la normativa nazionale ed europea sullo sviluppo dell’approvvigionamento delle materie prime critiche, anche tramite partnerships internazionali”, commenta Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren, spiegando che “l’accordo raggiunto dimostra come, grazie allo sviluppo di tecnologie innovative e con spirito imprenditoriale, possiamo migliorare la gestione dei rifiuti elettronici e la disponibilità di materiali strategici attraverso processi circolari innovativi soprattutto in aree del mondo dove è più necessario, come nelle grandi aree metropolitane, una fra tutte Il Cairo”.
D’altra parte, il gruppo opera su più servizi quali la gestione dei servizi idrici, il ciclo dei rifiuti, la fornitura dell’elettricità o del gas. Questi settori fanno in modo che i principi dell’economia circolare possano essere integrati e gestiti con un approccio traversale improntato sulla sostenibilità: per questo Iren indirizza le sue attività secondo il modello di multicircle economy che fa convergere tutte filiere in cui il gruppo opera nell’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti. Da questa visione sono nati diversi progetti di economia multicircolare: con l’acquisizione dell’impianto di riciclo di plastica IBlu, Iren ha potuto aumentare del 60% i rifiuti di materiale plastico trattati chiudendo, con produzione di materie prime e seconde, l’intero ciclo della gestione e diventando leader nazionale nella selezione plastiche COREPLA e nel recupero delle plastiche di scarto.
Non solo. Con i biodigestori in esercizio Iren trasforma il biogas derivato dal fango di depurazione per convertirlo in biometano. Un approccio circolare utilizzato anche per la risorsa idrica: il depuratore di Mancasale, operativo dal 2016, ripulisce le acque reflue civili e industriali di Reggio Emilia recuperando 4-5 milioni di metri cubi l’anno di acque reflue. In Valdarno, grazie alla volontà di Iren e al ruolo attivo del Comune di Terranuova Bracciolini, è nato il primo distretto di economia circolare. In provincia di Siena, infine, Iren costruirà un impianto per il recupero dei pannelli solari in grado di trattare, a regime, fino a 5mila tonnellate/anno di pannelli e ottenendo il riciclo del 98% della loro composizione.
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