Il dietrofront del bitcoin continua. Ieri la criptovaluta si è spinta sotto la soglia dei 110 mila dollari, sui minimi delle ultime sette settimane, segnando un calo del 13% circa rispetto al massimo storico del 14 agosto a 124.533 dollari.
Perché queste consistenti vendite sul Bitcoin? Il calo si è intensificato nella giornata di ieri dopo che una ‘grande balena’, ossia un grosso possessore della prima ora dell’asset digitale, ha venduto 24.000 BTC. L’analista di eToro, Simon Peters, conferma il catalizzatore principale: “Bitcoin è crollato dopo che una balena avrebbe venduto oltre 24.000 bitcoin (circa 2,4 miliardi di dollari), innescando un crollo improvviso”. Questa balena, probabilmente una delle prime ad adottare Bitcoin fin dall'”era Satoshi“, aveva acquistato Bitcoin a circa 10 dollari o meno, rendendo i prezzi attuali estremamente redditizi per uscire.
C’è chi mette in ballo anche il cedimento di livelli tecnici importanti. “BTC è sceso sotto la media mobile esponenziale a 100 sul grafico giornaliero. Non è un buon segno e potrebbe aprire la porta a una correzione più profonda verso i 103.000 dollari”, ha avvertito il popolare trader Cryptorphic sul social X.
La doppia reazione alle parole di Powell
L’ultima settimana ha visto inoltre accrescersi le prospettive di un allentamento della politica monetaria da parte della Fed nel meeting di settembre. La reazione iniziale dei cripto asset alle parole di Powell, così come quella fatta registrare da altri asset finanziari tradizionali, è stata molto positiva: il discorso è stato interpretato come relativamente “dovish”, con un’enfasi sul rallentamento del mercato del lavoro piuttosto che su una dinamica inflazionistica in accelerazione. Alcuni analisti macro, tuttavia, hanno evidenziato che il tono complessivo dei discorsi di Powell, Hammock e Collins nello stesso giorno fosse in realtà “hawkish”, sulla base di un’analisi del linguaggio utilizzato. Ciò detto, al momento della stesura di questa analisi, i Fed Funds Futures prezzano ancora un’86% di probabilità di un taglio dei tassi a settembre, mentre i dati di Polymarket implicano un’85% di probabilità per un taglio di 25 punti base o più.
“È importante notare che negli ultimi sei mesi il principale driver per Bitcoin è stato il ribilanciamento delle aspettative di crescita globale e non i cambiamenti nelle attese di politica monetaria. Più nello specifico, secondo il nostro modello di analisi, tali cambiamenti hanno spiegato il 78% della variazione della performance di Bitcoin. Recentemente, le aspettative di crescita globale si sono indebolite ai margini, penalizzando Bitcoin. L’aumento delle probabilità di taglio dei tassi da parte della Fed potrebbe essere legato proprio al rallentamento della crescita, in particolare negli Stati Uniti”, rimarca André Dragosch, head of research per l’Europa di Bitwise.
C’è da segnalare anche una forte dispersione delle performance, con Ethereum che ha proseguito a sovraperformare il Bitcoin. “ETH ha mostrato una maggiore resilienza rispetto a BTC dopo Jackson Hole, probabilmente perché la UE e la BCE stanno valutando l’implementazione dell’euro digitale (CBDC) su Ethereum o Solana”, argomenta l’esperto di Bitwise.
Parallelamente, sono giunte notizie rialziste sul fronte dell’adozione sovrana di Bitcoin da diverse parti del mondo. In Brasile, è prevista un’audizione storica sul disegno di legge 4501/24, che propone una riserva sovrana in Bitcoin (RESBit) fino a 19 miliardi di dollari (5% delle riserve valutarie), mentre in Giappone, il ministro delle Finanze ha rilasciato dichiarazioni favorevoli a investimenti diversificati nei cripto asset e a un trattamento fiscale più vantaggioso, inoltre il Paese sembrerebbe intenzionato ad approvare ETF su Bitcoin il prossimo anno. Sembra quindi che la “corsa sovrana” al Bitcoin stia progressivamente accelerando.
“In generale – aggiunge Dragosch – riteniamo che Bitcoin e i cripto asset restino in un bull market, sostenuto dall’espansione attesa dell’offerta di moneta globale, dall’avvicinarsi dei tagli dei tassi Fed e da una probabile riaccelerazione della crescita della liquidità negli Stati Uniti”.
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