Germogliano a getto continuo nuovi cripto milionari. A livello globale si contano ormai oltre 172mila singoli individui con partecipazioni in criptovalute pari o superiori a 1 milione di dollari, un numero quasi raddoppiato nel giro di un anno. Più della metà dei neo-milionari sono possessori di Bitcoin, la cripto più preziosa e che negli ultimi mesi ha ripreso a macinare guadagni aggiornando a maggio i massimi storici in area 111.900 dollari. Nel solo secondo trimestre dell’anno il balzo del token è stato di oltre il 30 per cento. Un ulteriore sprint che al momento dà ragione ai pionieri delle cripto che più di un decennio fa hanno fatto incetta di bitcoin a prezzi che ad oggi appaiono irrisori e adesso colgono i frutti milionari (e in alcuni casi miliardari) della loro ferrea convinzione nel resistere a qualsiasi tentazione di cedere il loro asset digitale divenuto con il tempo sempre più prezioso.
La società di consulenza Henley & Partners rimarca come questi nuovi cripto-ricchi sono nomadi digitali e si mostrano propensi a individuare i luoghi dove accasarsi sulla base dell’ottimizzazione fiscale e anche del grado di apertura delle giurisdizioni verso l’innovazione, ossia la presenza di ambienti normativi favorevoli alle loro aspirazioni decentralizzate.
Dal poker a cripto
Anche la rarefatta elite dei cripto miliardari continua ad estendersi. La graduatoria Bloomberg aggiornata a metà anno vede primeggiare con 45 miliardi di dollari Changpeng Zhao, co-fondatore ed ex ceo di Binance, uno dei più grandi exchange di criptovalute al mondo. Tutto è iniziato con una partita a poker nel 2013. Zhao era allo stesso tavolo con Bobby Lee, allora ceo di BTCC, uno dei primi exchange di criptovalute. Lee ha suggerito a Zhao di investire il 10% del suo denaro in Bitcoin.
Zhao ha fatto molto di più: dopo essersi informato sull’asset digitale in questione ha deciso di vendere il suo appartamento e puntare tutte le fiche a sua disposizione in Bitcoin. Lo fece proprio in corrispondenza di un “cripto winter”, quindi quotazioni in caduta libera. Ma non ha desistito e con i successivi guadagni, nel 2017, ha fondato Binance, exchange di cui si stimi detenga il 90% e che lo scorso anno è arrivato a contare su oltre 250 milioni di utenti registrati.
MR coinbase
Seconda piazza per Brian Armstrong (15 miliardi), fondatore e ceo di Coinbase, exchange dal 2021 quotato a Wall Street e la cui capitalizzazione ha toccato i 90 miliardi di dollari. La svolta cripto dell’ingegnere informatico Armstrong arriva nel 2012 per trovare una soluzione ai problemi che aveva in Airbnb tra tempi lunghi per inviare pagamenti in Sud America e commissioni alte.
Se si escludono i gemelli Winklevoss – famosi per la loro battaglia legale contro Mark Zuckerberg e che hanno investito tutti gli 11 milioni di dollari del loro accordo con Facebook in Bitcoin nel 2012 e ora hanno un patrimonio netto combinato di 13,7 miliardi – il terzo gradino del podio spetta a un italiano, Giancarlo Devasini con 11,5 miliardi, che dalla chirurgia plastica è passato all’industria tecnologica fondando nel 2014 Tether, oggi la stablecoin leader a livello mondiale per capitalizzazione e volumi di scambio.
La coppia tricolore
Dopo la laurea in Medicina, Devasini andò in Estremo Oriente alla ricerca di opportunità imprenditoriali nel settore dell’hardware per computer. Il connubio con il bitcoin arriva per caso nel 2012. Il Financial Times ha raccontato che inizialmente Devasini offriva dvd e cd a 0,01 bitcoin (l’equivalente di 11 centesimi di dollaro) su un forum di criptovalute; poi quell’anno stesso conobbe Raphael Nicolle, fondatore dell’exchange Bitfinex, e diventò suo socio. Devasini è accreditato di una partecipazione del 47% in Tether e insieme al ceo Paolo Ardoino – a sua colta accreditato di una fortun a vicina ai 10 miliardi di dollari – ha spinto negli ultimi anni per una diversificazione del raggio d’azione di Tether che sta investendo con convinzione sull’intelligenza artificiale così come nello sport, con l’acquisto di una partecipazione di oltre il 10% nella Juventus, di cui Devasini e Ardoino sono apertamente tifosi e hanno più volte bussato in casa Elkann per avere un ruolo di maggior rilievo nel club bianconero.
Un posto di spicco nella cerchia dei super miliardari spetta anche a Michael Saylor, co-fondatore di Strategy, quotata a Wall Street e che negli anni è divenuta una vera e propria cassaforte di Bitcoin e quindi gli investitori che puntano sul titolo della sua società indirettamente vanno a esporsi con forza sulla criptovaluta. A metà anno Strategy risultava detenere quasi 600 mila Bitcoin (597.325) a un costo medio di carico di 70.982 dollari l’uno.
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