Nel suo intervento all’Assemblea annuale di Federacciai, svoltasi a Bergamo, Antonio Gozzi ha lanciato un monito chiaro: “La partita della sopravvivenza dell’industria si gioca a Bruxelles”. È lì, ha affermato, che si devono prendere le decisioni in grado di evitare “l’irrilevanza geo-politica, economica e industriale dell’Europa in un mondo che cambia a velocità supersonica”.
Per il presidente di Federacciai, l’Unione Europea deve correggere la rotta di una strategia ambientale diventata “ideologica ed estremista”, che ha indebolito la competitività senza ottenere reali vantaggi ambientali. “Il Green Deal – ha detto – è stato un formidabile assist all’industria cinese delle tecnologie verdi, creando una nuova dipendenza strategica dell’Europa”.
Modello Italia
L’Italia, ha ricordato Gozzi, rappresenta un modello virtuoso: il 90% dell’acciaio nazionale è prodotto con forni elettrici da rottame, un sistema che ha consentito di ridurre del 66% le emissioni dal 1990 e di fare della siderurgia italiana la più decarbonizzata del continente.
Nel suo intervento, Gozzi ha toccato i principali nodi del futuro industriale europeo: la necessità di “condizioni eque nel commercio internazionale” contro il dumping e la sovracapacità cinese; la richiesta di “neutralità tecnologica nella transizione energetica”, senza dogmi che penalizzino soluzioni come il nucleare o la carbon capture; e l’urgenza di garantire “prezzi competitivi dell’energia” per le imprese energivore.
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Sul fronte interno, il presidente ha distinto la crisi dell’Ilva dalla salute complessiva del settore: “La siderurgia italiana è viva e rappresenta un’eccellenza del Paese. Ma per rilanciare Taranto servono condizioni abilitanti che convincano gli investitori privati a correre il rischio industriale”.
Guardando al futuro, Gozzi ha indicato l’obiettivo del “green steel” come traguardo possibile per l’Italia, anche grazie a nuove intese energetiche con la Francia. Tuttavia, ha avvertito, “il rottame ferroso rischia di diventare una materia prima scarsa” e l’Europa deve riconoscerlo come risorsa strategica.
In chiusura, l’appello ai giovani industriali: “Far sopravvivere e prosperare le aziende dell’acciaio significa continuare a innovare e investire. Non arrendetevi mai: l’Italia industriale ha ancora un grande futuro”.
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