La nuova crisi politica francese non lascia indifferenti i mercati. All’indomani del voto dell’Assemblea Nazionale, che ha sfiduciato il governo Bayrou, sull’obbligazionario si consuma l’atteso sorpasso tra Roma e Parigi. Stamattina, secondo i dati Bloomberg, il rendimento dell’Oat decennale transalpino è salito, seppur di poco, sopra a quello del Btp di analoga durata. Così Parigi risulta essere il paese dell’area euro con maggiore rischiosità percepita. Il rendimento del decennale si attesa in area 3,48%. Lo spread tra Oat e Bund si attesta in area 82 punti base e tra gli analisti c’è chi teme in un ulteriore allargamento verso area 100 pb se la crisi politica sfocerà in nuove elezioni.
Il voto di sfiducia parlamentare al governo Bayrou “aggrava l’instabilità politica del paese e le sfide creditizie ad essa associate, dato l’ampio disavanzo di bilancio (5,8 % del PIL nel 2024) e l’aumento della traiettoria del debito”, argomenta Thomas Gillet, Director, Sovereign and Public Sector di Scope Ratings.
Nei prossimi anni il rapporto debito/PIL dovrebbe continuare ad aumentare fino a superare il 120%, rispetto al 113 % del PIL del 2024, che era di 15 punti percentuali in più rispetto al 2019.
Il presidente francese Emmanuel Macron dovrà adesso valutare se nominare un nuovo primo ministro – il quinto in quattro anni – o indire elezioni anticipate, la seconda in due anni.
“In entrambi gli scenari – asserisce Gillet – un panorama politico frammentato, una maggiore polarizzazione politica e un calendario elettorale stanno lavorando contro un compromesso politico sulle riforme di bilancio, che aumentano il rischio di stallo politico e di indebolimento delle finanze pubbliche a medio termine”.
Una rincorsa partita da lontano
A inizio dello scorso anno lo spread tra Btp e Oat era ben sopra i 100 punti base e si è ridotto costantemente scendendo a circa 40 punti base entro la fine del 2024. Il trend si è confermato quest’anno fino all’azzeramento e al sorpasso odierno.
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L’Italia rimane uno dei Paesi più indebitati dell’area euro con rapporto debito/pil al 135%, ma è protagonista di una graduale riduzione del deficit, che le proiezioni indicano intorno al 3,3% del Pil quest’anno e sotto il 3% nel 2026. La Francia, che partiva da condizioni comparativamente migliori fino a pochi anni fa, registra invece un indebitamento su livelli superiori al 110% del PIL e un deficit che è segnalato intorno al 5,5%.
“Il concetto di traiettoria dei dati di bilancio è molto importante e pone una differenza tra Italia e Francia. Noi abbiamo una traiettoria più “virtuosa” e rilevata a livello istituzionale, con la Commissione europea e il Consiglio che hanno indicato una possibile chiusura della procedura per disavanzi eccessivi entro la finestra 2025–2026 se le tendenze di bilancio si dovessero confermare. In Francia, al contrario, la traiettoria del deficit sta prendendo distanza dal 3% previsto dal Patto di Stabilità”, rimarca Giacomo Calef, Country Head Italia di NS Partners.
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