Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di Banco Bpm di revocare la sospensione dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit sulla banca di Piazza Meda. Lo stop andrà quindi avanti fino al prossimo 20 giugno . La decisione è stata assunta dalla seconda sezione quater del tribunale amministrativo. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna aveva presentato ricorso contro la delibera della Consob che, lo scorso 21 maggio, aveva congelato per 30 giorni l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit sul Banco Bpm chiedendo al Tar in via d’urgenza la sospensione del provvedimento, definito dalla banca “abnorme” e “in contrasto con la prassi” della stessa Consob.
L’authority di Borsa aveva motivato la sua decisione con il fatto che la “situazione di incertezza creatasi in relazione agli eventuali esiti” del confronto in corso tra Unicredit e il governo sulle prescrizioni del golden power non consentiva “ai destinatari” dell’offerta “di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta”.I giudici del Tar restano al centro del risiko bancario perchéil 9 luglio sarà discusso nel merito il ricorso, questa volta di Unicredit, contro le modalità di esercizio del golden power da parte del governo Meloni. Per il gruppo di Andrea Orcel resta, inoltre, aperto l’appiglio europeo. Bruxelles è sul tema in contatto con l’Italia attraverso la procedura Eu Pilot che è ancora in corso. In campo ci sono sia la Dg Comp sia la direzione per i servizi finanziari. Una prima decisione dell’Antitrust Ue è attesa per il 19 giugno e le risposte sono destinate ad avere un peso specifico sull’operazione.
Intanto Orcel ha già detto che “se il responso del Tar non arriverà in tempo, l’offerta potrebbe decadere”. Intervenendo alla Goldman Sachs European Financial Conference 2025 il banchiere ha ribadito: “Se mi chiedono di cessare le attività in Russia rispondo che abbiamo effettivamente interrotto i prestiti dal 2022 – spiega – ma se ho un mutuo di 20 anni non posso accelerare su questo”. “Mi debbono spiegare esattamente che cosa vogliono sulla Russia – argomenta – perché non possiamo interrompere i pagamenti perché ci sono imprese in Germania, Italia e Francia che stanno ancora operando là e per loro ci dobbiamo essere”.
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