Proprio nell’anno del suo cinquantesimo (“Iveco50xBeyond”), celebrato in pompa magna lo scorso giugno nell’ex complesso industriale Ogr (Officine grandi riparazioni), a Torino, Iveco Group si appresta cambiare proprietà e da piemontese diventare indiana. La holding Exor delle famiglie Elkann-Agnelli, che detiene il 27,1% della società con il 43,1% dei diritti di voto, è in trattativa con il gruppo Tata Motors interessato all’acquisizione.
E’ vero che l’Italia perderà uno dei suoi “gioielli”, e per questo i sindacati sono preoccupati e chiedono l’intervento del governo (le parti si incontreranno il 31 luglio al ministero delle Imprese e del Made in Italy) attraverso l’applicazione della golden power, ma è anche vero che l’idea non dispiace al mercato, come al solito cinico, visto che le azioni della società che produce camion, furgoni, autobus e motori, a Piazza Affari ieri ha chiuso con un rialzo del 7,27% a 19,25 euro dopo aver toccato quota 19,70 euro. Sale anche la capitalizzazione, salita ben oltre i 5 miliardi (5,2) dai 4,48 dello scorso 18 luglio quando l’agenzia Reuters ha lanciato l’indiscrezione. I negoziati, però, non riguardano la divisione Iveco Defense appetita, in particolare, da Leonardo. Ecco, allora, che per i primi 50 anni di Iveco Group la proprietà si inventa un regalo inatteso, quello della cessione e non della sola vendita dell’unità Defense di cui si parla da tempo e attesa entro il 2025.
Il programma delle celebrazioni per il mezzo secolo raggiunto da Iveco Group prevede iniziative analoghe a quella che si è tenuta a Torino nei Paesi dove la società è presente con impianti produttivi: Sete Lagoas in Brasile; Cordoba, Argentina; Madrid, Spagna; Annonay e Bourbon-Lancy in Francia; Vysoké Mìto in Repubblica Ceca; Pechino in Cina. In Italia, Iveco Group opera a Brescia, Bolzano, Foggia, Piacenza e Suzzara, nel Mantovano.
L’evento “Iveco50xBeyond”, a questo punto, passerà alla storia come lo spartiacque tra un passato e un presente, fino a quando sarà tale, italiano e un futuro nelle mani del colosso indiano Tata Motors. Eccellenza, innovazione nel settore dei trasporti, insieme a un contributo fondamentale nella storia della mobilità commerciale: questo il testimone di peso che si apprestano a ricevere a Mumbai.
“E’ un grande peccato – commenta Franco Fenoglio, che negli anni Novanta, con alla guida della società Giancarlo Boschetti, era vicepresidente delle operazioni commerciali – che un’azienda come Iveco, che ha rappresentato la storia del nostro Paese, da sempre dotata di un grande know how tecnologico e nel campo dei motori, non possa proseguire il cammino da sola. Iveco, per me, ha rappresentato un periodo importantissimo della vita, ricco di soddisfazioni e successi nei 140 Paesi dove operava. L’auspicio è che chi prenderà il volante dell’azienda abbia la capacità di spingerla verso nuovi traguardi, ma sempre tenendo conto dell’importanza e della centralità dell’italianità. Da parte mia, all’epoca sono stato testimone di grandi investimenti, come i 5mila miliardi di lire che Boschetti destinò al rilancio di tutte le gamme”.
Iveco Group si presenterà alla nuova proprietà con 36mila dipendenti nel mondo, di cui 14mila in Italia, 19 stabilimenti, 30 tra centri di ricerca e sviluppo e otto marchi, incluso Fpt Industrial per i motori (8.400 lavoratori in 10 siti).
Questi i mezzi di ultimissima generazione, tra l’altro esposti durante i festeggiamenti alle Ogr di Torino: Iveco S-eWay Artic, un camion pesante completamente elettrico con un’autonomia fino a 600 chilometri, che rappresenta la più recente soluzione a zero emissioni per il lungo raggio, e due nuovi veicoli sempre a batteria, risultato della partnership con Stellantis, che espanderanno l’offerta di veicoli commerciali leggeri di Iveco fino a coprire l’intero spettro di soluzioni urbane a zero emissioni.
Per le celebrazioni dei primi 50 anni, a questo punto – salvo sorprese – gli ultimi da azienda italiana, è stata organizzata al Museo nazionale dell’automobile di Torino, anche una mostra speciale dedicata alla storia della società, con l’esposizione di tre mezzi, un veicolo commerciale leggero Daily, un camion pesante S-Way e un Minibus. Al pubblico è stato anche mostrato un Tigrotto fuoristrada in edizione speciale, insieme a documenti originali, modelli in scala, campagne pubblicitarie e una selezione di veicoli iconici che raccontano la storia di uno dei protagonisti industriali più influenti d’Italia..
La storia di Iveco (acronimo di Idustrial VEhicles COrporation) è iniziata nel 1975, con l’unione di cinque primari produttori europei di veicoli industriali: l’italiana Fiat Veicoli Industriali (che comprendeva Officine Meccaniche e Lancia Veicoli Speciali), la francese Unic e la tedesca Magirus-Deutz. Insieme, racchiudevano oltre 150 anni di esperienza e innovazione ingegneristica in un unico marchio, appunto, Iveco.
Da quel conglomerato originale, attraverso acquisizioni, alleanze e partnership, sono emersi i sette brand di Iveco Group – Iveco, Fpt Industrial, Iveco Bus, Heuliez, Idv, Astra e Iveco Capital – che insieme offrono una gamma completa di veicoli commerciali, motori, autobus, veicoli speciali e servizi finanziari.
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