Di un incremento degli investimenti nel settore da parte dei Paesi europei si parlava da tempo, ma la svolta è arrivata a fine giugno, quando al termine del vertice Nato tenutosi all’Aja, gli Stati membri dell’organizzazione, con gli europei in prima linea, hanno preso una decisione storica: quella di destinare alla difesa il 5% del Pil. Per alcuni Paesi si tratta di uno sforzo davvero importante, anche se l’obiettivo dovrà essere raggiunto entro il prossimo decennio. L’Italia, per esempio, spende attualmente non più del 2% del Pil per esercito e armamenti. Il raggiungimento del tetto deciso all’Aja vuol dire per il nostro Paese più che un raddoppio dagli attuali livelli di spesa. Tanto che i partiti di opposizione hanno avuto buon gioco a muovere critiche, sostenendo che questi fondi potevano essere utilizzati diversamente.
In Borsa i titoli del comparto, che già avevano fatto molta strada grazie agli acquisti degli investitori più lungimiranti in un contesto di forti tensioni geopolitiche, hanno messo a segno nuovi rialzi. L’indice Stoxx Europe Total Market Aerospace & Defence è cresciuto del 50% da inizio anno e il trend per il momento è ancora rialzista. A Piazza Affari spiccano Leonardo, Fincantieri, Avio e Iveco, mentre nel Vecchio Continente le società più importanti del settore sono la tedesca Rheinmetall e la francese Thales. A queste va aggiunta poi la britannica Bae Systems, attiva anche in Nord America attraverso la sua sussidiaria Bae Systems.
Leonardo
È la principale realtà italiana del settore, a controllo pubblico (l’azionista di maggioranza, con oltre il 30% del capitale, è il Ministero dell’Economia e delle Finanze). Con più di 60mila dipendenti e un fatturato che supera i 4,16 miliardi di euro, la società fa parte del paniere del Ftse Mib. Il titolo ha ritracciato nell’ultimo mese e viene scambiato attualmente intorno ai 47 euro, ma è reduce da un lungo periodo di rialzi (+80% circa nell’ultimo semestre e +116 % nell’ultimo anno). A inizio giugno ha toccato il massimo dell’anno (che è anche massimo storico), a quota 56,18 euro.
È di questi giorni, come annunciato dall’amministratore delegato e direttore generale Roberto Cingolani, l’acquisto di una quota importante (il 24,55% del capitale) di Ssh Communications Security Corporation, società finlandese di cybersecurity, con un investimento complessivo di 20 milioni di euro.
Sono tutte improntate all’ottimismo le valutazioni degli analisti. Recentemente a pronunciarsi sono state Banca Akros, Deutsche Bank, Kepler Cheuvreux ed Equita Sim, le prime due fissando un target price di 52 euro, le altre rispettivamente di 49 e di 50 euro. L’analisi tecnica elaborata dall’ufficio studi di Teleborsa fissa a sua volta a 45,79 euro il primo supporto e il secondo a 43,8 euro, mentre sul fronte rialzista la prima resistenza è indicata a 48,98 euro e la seconda a 52,17 euro.
Fincantieri
La società opera nel settore della cantieristica navale ed è capofila del più importante gruppo navale d’Europa e quarto a livello internazionale. Fondata nel dicembre 1959 dall’Iri, è oggi saldamente in mano pubblica, controllata con il 71,3% del capitale da Cdp Industria, finanziaria di Cassa Depositi e Prestiti. Ha sede a Trieste e conta oltre 22mila dipendenti. Il titolo vale attualmente intorno ai 16 euro dopo aver toccato a fine maggio il massimo dell’anno (che è anche massimo storico) a quota 16,68 euro. Negli ultimi sei mesi e nell’ultimo anno ha realizzato performance da record: +132% nel primo caso e addirittura +254% nel secondo.
Sono nettamente migliorate anche le più recenti valutazioni degli analisti. A fine giugno sono usciti in contemporanea i report di Banca Akros e di Mediobanca, entrambi in miglioramento rispetto ai giudizi precedenti. Nel primo caso la raccomandazione è “accumulate”, con un target price invariato a 15,8 euro; nel secondo l’indicazione è “outperform” (farà meglio del mercato) e il prezzo obiettivo salito a 19 euro. La analisi tecnica di Teleborsa vede nel breve periodo un rafforzamento della fase rialzista del titolo con immediata resistenza a 17,15 e primo supporto individuato a 14,76 euro. Possibile un ulteriore spunto rialzista verso nuovi top stimati in area 19,54.
Avio
Con circa 1.500 dipendenti Avio, dal 1989 nuova denominazione di Fiat Aviazione (la società era nata come azienda aeronautica), è oggi un’azienda aerospaziale italiana che opera nel settore dei lanciatori e della propulsione applicata a sistemi di lancio, missili e satelliti. È controllata da Leonardo con il 29,63% del capitale, ma risulta elevato anche il flottante sul mercato (la società fa parte del segmento Star di Piazza Affari) pari al 37,23% del capitale.
Nelle contrattazioni intraday del 28 maggio scorso, il titolo ha sfondato quota 23,5 euro per azione, nuovo massimo storico dalla quotazione in Borsa, raggiungendo una capitalizzazione di oltre 630 milioni di euro. La performance del titolo nell’ultimo mese è pari a oltre il 7%, ma rispetto a sei mesi fa vale il 64% in più e addirittura il 91,6% se si confronta il prezzo attuale con quello di un anno fa. Risultano piuttosto “datate” le valutazioni degli analisti: la più recente risale a marzo scorso, con il giudizio “hold” (tenere in portafoglio) di Intesa Sanpaolo, in peggioramento rispetto al precedente, ma con un ritocco al rialzo del target price, indicato a 19,1 euro.
Iveco Group
Acronimo di Industrial Vehicles Corporation, la società, nata come divisione della holding Fiat, oggi è controllata da Exor, la finanziaria del gruppo Elkann. Recentemente Leonardo, insieme al gigante tedesco delle armi Rheinmetall, ha presentato un’offerta per rilevare le attività nell’industria militare che fanno capo a Iveco Defence Vehicles (Idv).
La società ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con ricavi pari a 3,03 miliardi di euro, rispetto ai 3,37 miliardi di euro ottenuti nello stesso periodo dell’anno precedente, con i migliori prezzi che hanno parzialmente compensato i minori volumi in Truck e Powertrain e un impatto negativo dei tassi di cambio. Il risultato operativo rettificato delle attività industriali è stato pari a 117 milioni di euro.
Il titolo, che a fine maggio ha toccato il suo massimo storico a 18,105 euro, viene scambiato attualmente intorno a 16,5 euro. Di recente gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno confermato la raccomandazione “buy” (comprare), fissando un target price di 20,3 euro. Lo stesso aveva fatto Equita Sim prima, ma con un prezzo obiettivo di 18,5 euro. Il 16 maggio invece Mediobanca aveva confermato il giudizio neutral, tagliando nel contempo l’obiettivo di prezzo a 16,5 euro dai precedenti 17,4 euro. Quanto all’analisi tecnica di Teleborsa, il primo supporto è indicato a 15,77 euro e il secondo a 14,97 euro, mentre la prima resistenza è collocata a 17,04 euro e la seconda a 18,03 euro.
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