Cresce la componente di azioni nei portafogli degli italiani. E questa è già una notizia, in un Paese in cui gli investimenti in azioni non sono particolarmente diffusi (solo il 12% degli italiani sceglie questa opzione). L’ulteriore notizia è che l’accelerazione nel 2024 è stata a doppia cifra: secondo quanto emerge dall’ultimo bollettino statistico della Consob, infatti, la presenza di titoli di società quotate o negoziate in Borsa a Milano ha registrato un’impennata del 20,8% rispetto al 2023, segnando una decisa inversione di tendenza rispetto alla prudenza del recente passato.
A beneficiare di questa rinnovata fiducia nei mercati finanziari sono stati anche gli organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr), con una crescita dell’11,5% nel 2024, segno di un maggiore orientamento degli investitori retail verso soluzioni gestite. La tendenza – si evince dai dati Consob – risulta in linea con l’andamento favorevole dei listini nonché con la minore attrattività degli strumenti finanziari a reddito fisso (titoli di Stato e obbligazioni), dovuta al calo dei tassi di interesse. Nel complesso, il controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso gli intermediari italiani ha raggiunto a fine anno quota 4.052 miliardi di euro, con un incremento annuo del 3,4%.
Anche i servizi di investimento hanno mostrato dinamiche decisamente positive: il collocamento di strumenti finanziari è aumentato del 10,1%, la negoziazione in conto proprio ha fatto un balzo del 74,5%, mentre l’esecuzione ordini per conto dei clienti è cresciuta del 10%. In rialzo anche l’attività di ricezione e trasmissione ordini, salita del 7,8%.
Si segnala altresì una crescita molto forte anche sul fronte assicurativo: i premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari vigilati dalla Consob sono cresciuti del 32,6%, grazie soprattutto alla spinta delle polizze unit linked, che da sole hanno registrato un incremento annuo del 33,5%.
I numeri della Consob attestano un avvicinamento progressivo dei risparmiatori italiani alla finanza di mercato, tendenza interessante che tuttavia potrebbe subire una battuta d’arresto in un tempo – come quello attuale – caratterizzato da una forte incertezza e da un’altrettanto significativa volatilità dei mercati azionari. Condizioni che solitamente spingono gli investitori a ridurre l’esposizione ai titoli di capitale e a rifugiarsi in “asset rifugio” percepiti come più solidi.
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