Le azioni di Tesla crollano oggi a Wall Street del 5% a 302 dollari. A provocare il tonfo i nuovi screzi fra Donald Trump e Elon Musk, culminati in un post scritto dal presidente Trump su Truth, il social di sua proprietà.
“Elon potrebbe ricevere più sussidi di qualsiasi altro essere umano nella storia, di gran lunga, e senza sussidi, Elon dovrebbe probabilmente chiudere bottega e tornare a casa in Sudafrica. Niente più lanci di razzi, satelliti o produzione di auto elettriche, e il nostro Paese risparmierebbe una fortuna. Forse dovremmo chiedere a DOGE di analizzare attentamente la questione? Un sacco di soldi da risparmiare!!!”, ha postato Trump.
A chi gli ha chiesto della possibilità di deportare Elon Musk, nato in Sud Africa ma divenuto cittadino americano, ha risposto “darò un’occhiata”.
Il post arriva in un momento in cui le vendite di Tesla nell’Unione Europea vedono un crollo: –45% su base annua a maggio, quinto mese consecutivo in calo, mentre i competitor cinesi come BYD e XPeng guadagnano mercato.
Il casus belli: il Big Beautiful Bill
Musk ha duramente attaccato il Big Beautiful Bill, la legge di spesa, fortemente voluta da Trump. In un post sul suo social X il magnate ha scritto “è evidente con la spesa folle di questo disegno di legge che aumenta il tetto del debito di un record di cinquemila miliardi di dollari, che viviamo in un paese con un unico partito, il partito del maiale. È ora di un nuovo partito politico che si preoccupi davvero delle persone”.
La faida tra i due è iniziata a maggio quando i rapporti hanno iniziato a incrinarsi dopo un iniziale idillio, favorito dai finanziamenti che il miliardario patron di Tesla ha elargito per finanziare la campagna elettorale di Donald Trump. Secondo i dati ufficiali della Federal Election Commission, Musk ha speso oltre 250 milioni di dollari per sostenere Trump e candidati repubblicani nel 2024.
Un’analisi del Washington Post di febbraio ha scoperto che le aziende di Musk – tra cui SpaceX, Tesla e X Corp – hanno ricevuto almeno 38 miliardi di dollari in contratti federali, sussidi, crediti d’imposta e prestiti negli ultimi due decenni.
Trump aveva nominato Musk a capo del Doge, il dipartimento per l’efficienza governativa, con l’incarico di ridurre gli sprechi e le spese federali. Parlando ai giornalisti fuori dalla Casa Bianca, Trump ha attaccato nuovamente il suo ex alleato politico, dicendo: “Doge è il mostro che potrebbe dover tornare a mangiare Elon”.
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