La 25ª edizione dell’indagine Acri-Ipsos, presentata in occasione della 101ª Giornata Mondiale del Risparmio, fotografa un Paese diviso tra incertezza e prudenza. Il 2025 segna un peggioramento del clima economico rispetto all’anno precedente: aumentano le difficoltà delle famiglie, diminuisce la capacità di risparmiare e cala la fiducia nell’Unione Europea e nell’euro.
Più pessimismo sull’economia, più difficoltà per le famiglie
Dopo un 2024 di cauto ottimismo, la percezione della situazione economica torna negativa. Il 57% delle famiglie dichiara un peggioramento del proprio tenore di vita o difficoltà finanziarie, mentre solo il 43% si sente stabile o in miglioramento.
Aumentano i pessimisti sull’Italia (53%) e sull’Europa, mentre solo il 19% si dice fiducioso nelle prospettive economiche nazionali. Quasi 3 famiglie su 10 (29%) segnalano difficoltà lavorative – disoccupazione o contratti peggiorati – e la capacità di risparmiare raggiunge il minimo dal 2018: solo il 41% riesce ad accantonare qualcosa.
Risparmio difensivo e consumi sotto pressione
La prudenza domina. Cresce la preferenza per la liquidità: il 64% degli italiani mantiene la maggior parte dei propri risparmi sui conti correnti, rinunciando a investimenti finanziari più complessi. I consumi si contraggono in quasi tutte le categorie, anche quelle essenziali come salute e alimentari, mentre si mantengono stabili solo spese per mobilità e connettività.
Il risparmio, pur in calo, resta un valore centrale: 8 italiani su 10 lo considerano una forma di tutela individuale, e il 77% lo associa a sicurezza e saggezza, anche se cresce la percezione del “sacrificio”.
Europa ed euro: fiducia ai minimi
L’indagine registra un raffreddamento del sentimento europeista. Solo il 38% degli italiani dichiara di avere fiducia nell’Unione Europea (dal 45% del 2024), mentre il 42% ritiene che l’UE stia andando nella “direzione sbagliata”.
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Sale l’indice che misura la povertà: cresce il disagio sociale
Ancora più evidente il calo di fiducia nell’euro: il 65% degli italiani si dichiara insoddisfatto della moneta unica, in particolare nel Sud e tra gli over 45. Solo il 45% crede che l’euro rappresenterà un vantaggio per l’Italia nei prossimi vent’anni, contro il 50% del 2024.
Impegno civico e solidarietà in crescita
In un quadro economico difficile, cresce la partecipazione sociale. Il 56% degli italiani svolge attività di volontariato, metà partecipa a iniziative culturali o ambientali e 6 su 10 fanno donazioni, con un aumento tra i più giovani.
Sale anche la conoscenza del 5×1000 e l’interesse per i lasciti testamentari, passati dal 22% nel 2023 al 33% nel 2025.
Un Paese prudente ma ancora solidale
L’indagine mostra un’Italia che risparmia meno, ma non rinuncia al valore del risparmio come strumento di sicurezza personale e collettiva. Tra inflazione, incertezze geopolitiche e sfiducia nell’Europa, gli italiani tornano a un atteggiamento difensivo, privilegiando la liquidità e riducendo i consumi. Un Paese preoccupato, ma ancora saldo nei valori di prudenza, solidarietà e partecipazione.
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