Una casa in classe energetica A può valere fino al 50% in più rispetto a un immobile con basse prestazioni energetiche. È uno dei principali risultati dell’Osservatorio Restructura, elaborato da Immobiliare.it Insights in collaborazione con il Politecnico di Torino e Qualis. L’analisi evidenzia anche un crescente interesse per gli immobili con alto potenziale di efficientamento, che – una volta ristrutturati per migliorarne la classe energetica e le condizioni manutentive – possono registrare incrementi di valore compresi tra il 7% e il 30%, secondo un case study condotto su Torino da Immobiliare.it Insights.
La sostenibilità, dunque, si consolida come motore strutturale del mercato immobiliare, non più una nicchia ma una leva di crescita economica e culturale: sempre più famiglie orientano le proprie scelte verso soluzioni green, sia sul fronte abitativo che finanziario. In questa direzione si colloca anche il boom dei mutui green, cresciuti dell’87% nel Nord-Ovest tra il 2024 e il 2025 (dal 11,2% al 20,9% delle erogazioni, secondo Qualis). Nei primi sei mesi del 2025, i finanziamenti ipotecari hanno sostenuto il 46% delle compravendite, con 22,7 miliardi di euro erogati e una proiezione di chiusura d’anno a 45,4 miliardi, pari a un aumento del 20% su base annua.
Oggi i mutui green – dedicati all’acquisto di edifici efficienti o alla riqualificazione che consenta un taglio dei consumi superiore al 30% o il salto di almeno due classi energetiche – rappresentano il 20,4% delle nuove erogazioni, un balzo significativo rispetto al 3% del 2020.
Un ruolo importante lo gioca la tassonomia UE, che dal 2024 ha esteso la definizione di immobili “green”, includendo anche edifici con consumi contenuti ma non necessariamente in classe A. Questo ha reso il credito sostenibile più accessibile, favorendo una sorta di “democratizzazione della casa efficiente”.
Il confronto tra mutui green e brown nel 2025 mostra un prezzo medio d’acquisto superiore di 50.200 euro per gli immobili efficienti, contraenti più giovani (età media 36,1 anni contro 39,1) e redditi medi più alti (39.600 contro 33.300 euro). Come osserva il Politecnico di Torino, la classe energetica incide in modo decisivo sul prezzo, soprattutto nelle aree periferiche, dove la riqualificazione energetica determina i maggiori ritorni di valore. Cresce inoltre la disponibilità a investire nel retrofit energetico, con benefici non solo economici, ma anche ambientali e sociali: dalla qualità dell’aria al comfort abitativo, fino alla salute collettiva.
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