Il Consiglio di Stato, ha accolto le istanze del ministero dell’Interno e di Federalberghi, annullando definitivamente la sentenza del Tar Lazio del 27 maggio scorso che aveva sospeso l’efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento de visu degli ospiti di hotel e b&b. La decisione ribadisce dunque che i gestori di tutte le strutture ricettive, oltre a ricevere il documento d’identità dell’ospite e a
trasmetterlo all’autorità di pubblica sicurezza, devono effettuare il riconoscimento verificando di persona la corrispondenza tra il titolare del documento e l’effettivo ospite della struttura. Addio quindi alla prassi del self check-in e alle keybox.
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ricorda in una nota che “questa procedura contribuisce a elevare in maniera significativa i livelli di sicurezza, a vantaggio sia degli ospiti delle strutture ricettive sia della cittadinanza, a partire dalle persone che subiscono i disagi derivanti dall’abitare nei palazzi in cui si registra un continuo viavai di persone sconosciute, dirette agli appartamenti affittati ai turisti”.
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Secondo le associazioni specializzate in affitti brevi, sarà comunque possibile usare il self check in abbinandolo a tecnologie che permettano un’identificazione de visu degli ospiti.
Secondo Aigab, “La sentenza del Consiglio di stato conferma la possibilità di utilizzare alcune tecnologie di riconoscimento degli ospiti a patto che dimostrino l’ingresso degli stessi in appartamento. La sentenza apre a quanto proposto da Aigab al Viminale“.
Positiva anche Airbnb: “Accogliamo con favore la decisione del Consiglio di Stato, che conferma che il self check-in rimane consentito quando viene utilizzata una tecnologia che consente la verifica in tempo reale dell’identità dell’ospite”.
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