“Le priorità politiche europee e tra queste l’Unione del risparmio e degli investimenti devono essere coronate da successo”. Lo ha affermato il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, aprendo il convegno “The Saving and Investments Union” organizzato oggi a Roma.
Per Liverani, “orientare in modo più efficiente i risparmi dei cittadini europei verso investimenti produttivi, preferibilmente nello spazio dell’Unione, ampliando le opportunità per i risparmiatori e rafforzando la competitività delle imprese” è “un obiettivo ambizioso”. Ma, ha aggiunto, “le prime iniziative europee non hanno ancora pienamente riconosciuto il nostro valore e il nostro potenziale”.
Il presidente Ania cita tra le misure “la Comunicazione sull’alfabetizzazione finanziaria, la riforma delle cartolarizzazioni e la Raccomandazione sui savings and investment accounts (Sia)”, che “pur importanti, non bastano né sono in grado di valorizzare il contributo che il nostro settore può dare”.
“Ci auguriamo – ha proseguito – che gli Stati membri, inclusa l’Italia, diano pieno spazio agli strumenti assicurativi, collegando incentivi fiscali e finalità di investimento a lungo termine”.
Sul fronte regolamentare, Liverani ha ribadito che “l’impianto di Solvency II è un pilastro della stabilità ma può e deve evolvere”, chiedendo di “preservare il volatility adjustment” e “rimuovere oneri poco utili” per ridurre complessità e costi.
Albuquerque (Ue): “Nuove norme Solvency II la prossima settimana”
La commissaria Ue ai Servizi finanziari e all’Unione del risparmio e degli investimenti, Maria Luis Albuquerque, ha annunciato che “gli emendamenti al Regolamento delegato Solvency II saranno adottati la settimana prossima. Tutti avranno un anno per prepararsi”.
“L’Unione del risparmio e degli investimenti porterà a un ecosistema più vitale e di successo in Europa”, ha spiegato. “Abbiamo un mercato unico con 450 milioni di consumatori, ma non siamo riusciti ad allargarlo ai capitali”.
La commissaria ha sottolineato la necessità di “rilanciare il mercato delle cartolarizzazioni, uno strumento prezioso per distribuire meglio il rischio nell’economia”, aggiungendo che “anche il settore assicurativo potrà svolgere un ruolo importante in questo processo”.
Tajani: “Serve una strategia europea per la crescita”
Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha richiamato la necessità di “una politica della crescita e della competitività” per l’Europa. “Siamo di fronte a grandi sfide globali – ha detto – con competitor come Cina, India, Russia e Stati Uniti. Dobbiamo arrivare all’unione bancaria, al mercato unico dei capitali e dell’energia”.
Tajani ha ribadito la fiducia “nell’economia sociale di mercato con delle regole”, avvertendo però che “non possiamo cancellare il mercato: lo Stato non può decidere tutto”.
Signorini: “Semplificare sì, indebolire no”
Il direttore generale della Banca d’Italia e presidente Ivass, Luigi Federico Signorini, ha ammonito contro “la tentazione di allentare le regole” della finanza globale. “Non sarebbe saggio né nell’interesse di lungo periodo dell’industria. I rischi abbondano e possono assumere nuove forme: semplificare, sì; indebolire, no”.
Signorini ha invocato “una maggiore integrazione del quadro di vigilanza europeo” e “una tutela più coesa dei consumatori”. “In Italia abbiamo visto casi di attività transfrontaliere dannose senza strumenti adeguati d’intervento. Non servono rinazionalizzazioni, ma più integrazione”, ha concluso.
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Freni: “Il piccolo risparmiatore va protetto con prodotti adeguati”
“Chi fa investimenti diretti tra i piccoli risparmiatori è una quota infinitesima. Non li tuteliamo scrivendo leggi per loro, perché opereranno sempre in via mediata”. Lo ha detto il sottosegretario al Mef Federico Freni, sottolineando che “serve un ecosistema che consenta ai grandi investitori di creare prodotti adatti ai piccoli risparmiatori”.
“Unione non significa omogeneizzazione dei prodotti – ha aggiunto – prodotti troppo uguali non sono resilienti agli shock”. Freni si è detto favorevole “a un mercato unico dei capitali”, ma ha invitato a “essere consapevoli della realtà: senza educazione finanziaria non andiamo da nessuna parte”.
Letta: “Senza integrazione finanziaria rischiamo di diventare una colonia di Wall Street”
“La competitività dell’Europa è in difficoltà per una fondamentale asimmetria: l’euro funziona, ma l’integrazione dei mercati finanziari no”. È l’allarme lanciato da Enrico Letta, presidente di Arel e dell’Institut Jacques Delors.
“Siamo 27 mercati diversi e manchiamo di scala: ogni anno senza integrazione ci avvicina al rischio di diventare una colonia di Wall Street”, ha detto Letta. “Negli Stati Uniti chi avvia un’iniziativa economica ha accesso immediato al mercato. In Europa no, perché la dimensione nazionale resta un ostacolo: non per colpa di americani o cinesi, ma perché i Paesi proteggono i propri campioni nazionali”.
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