Dopo anni di prudenza e budget sotto pressione, la spesa degli italiani per il Natale 2025 torna a crescere in modo diffuso, con aumenti in tutti i principali capitoli delle festività. Secondo un’indagine del Centro Studi di Unimpresa, condotta su un campione di 1.500 famiglie, la spesa media natalizia salirà a 964 euro per nucleo, 44 euro in più rispetto al 2024 (+4,8%).
A trainare la ripresa sono cenoni, regali e vacanze, in un contesto di fiducia in miglioramento favorito dalla stabilizzazione dei prezzi, dal recupero – seppur parziale – del potere d’acquisto e da un mercato del lavoro più solido. Il cenone di Natale resta il fulcro delle tradizioni: la spesa media cresce da 150 a 157 euro (+4,8%), con il 31% delle famiglie intenzionato a spendere di più e solo il 10% a ridurre il budget, in calo rispetto allo scorso anno.
Cambiano le preferenze: più qualità e più filiera corta. La spesa per prodotti enogastronomici regionali aumenta del 9%, quella per dolci artigianali dell’11%, mentre vini e spumanti italiani segnano un +6%. Segnali che premiano le produzioni locali e l’agroalimentare di qualità.
Cresce anche il budget per i regali, che sale a 227 euro per famiglia (+3,2%). Il 27% degli italiani spenderà di più, mentre cala la quota di chi intende tagliare. L’e-commerce continua a guadagnare terreno e rappresenta ormai il 42% degli acquisti natalizi (+6%), spinto da regali legati al benessere, alla cura della persona e ai prodotti artigianali e sostenibili.
C’è poi la voce relativa alla spesa per le vacanze natalizie, che sale a 580 euro per nucleo (+5,5%) e aumenta anche la quota di chi partirà: il 33% degli italiani contro il 30% del 2024. Crescono soprattutto le prenotazioni in Italia, tra montagne e borghi, ma tengono anche spa, terme e city break europei grazie ai voli low cost. Anche chi resta a casa destinerà più risorse ad attività locali ed esperienze culturali.
«I dati confermano un miglioramento diffuso delle prospettive di spesa degli italiani», commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. «La crescita riguarda tutti i settori ed è un segnale di maggiore fiducia. Ora la sfida è rendere strutturale questa ripartenza, sostenendo occupazione e potere d’acquisto. È il momento di investire con coraggio sulla crescita interna».
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