Andare in vacanza questa estate costa in media il 30% in più rispetto all’era pre-Covid. Lo afferma il Codacons, che sulla base degli ultimi dati Istat ha messo a confronto le tariffe odierne del comparto turistico con quelle in vigore nell’estate del 2019. A subire i rincari più pesanti è il comparto del trasporto aereo: oggi i voli nazionali costano in media l’81,5% in più rispetto allo stesso periodo di sei anni fa, mentre le tariffe dei voli internazionali sono aumentate del +65,9%, +61% quelle dei voli europei.
Va meglio a chi decide di muoversi in traghetto, con le tariffe del trasporto marittimo salite nello stesso periodo del 13,9%, in treno (+10,7%), o ricorrendo ad autobus e pullman (+10,1%), mentre la benzina oggi costa l’8,3% in più rispetto all’estate 2019, +12,6% il gasolio. Per pedaggi e parchimetri si spende il 7,2% in più, ma spostarsi con un’auto a noleggio è più caro del 17,6%.
Chi invece preferisce optare per un pacchetto vacanza si ritrova a spendere il 56,6% in più rispetto al periodo pre-Covid, e per dormire fuori occorre fare i conti con i rincari delle strutture ricettive: nello stesso periodo i listini di alberghi, motel e pensioni sono saliti del 40,6%, villaggi vacanza e campeggi segnano un +12,7%, b&b, case vacanza e alloggi in altre strutture +22,7%.
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Trascorre una giornata al mare presso un lido o andare in piscina costa oggi in media il 32,7% in più rispetto a sei anni fa, ma a rincarare sono anche parchi divertimento (+21,4%), musei e monumenti (+20,5%), parchi nazionali, zoo e giardini (+13%).
Per una cena al ristorante o in pizzeria si spende questa estate il 22,5% in più, ma anche consumare uno spritz al tramonto sarà più salato rispetto all’era pre-Covid, con gli aperitivi alcolici rincarati del +18,2%, mentre la birra sale del +17,2%: va peggio agli astemi, dal momento che i prezzi delle bibite analcoliche aumentano del +28,8%.
Ma anche mangiare in casa comporterà una spesa sensibilmente superiore rispetto al periodo pre-Covid: gli alimenti tipici dell’estate registrano infatti rincari a due cifre, col pesce e i prodotti ittici che salgono complessivamente del +23,9% rispetto al 2019, la frutta fresca del 35%, i gelati del 46,4%, l’acqua minerale del 30,5% – calcola il Codacons.
Se si considerano solo le voci legate a trasporti, alloggi e servizi turistici, le vacanze estive 2025 costano in media il 30% in più rispetto a quelle del 2019 – denuncia l’associazione. Sottolineando che non è un caso se questa estate il 49% circa degli italiani, quasi uno su due, resterà a casa e non si concederà una villeggiatura tra giugno e settembre, contro il 39,5% dell’estate 2019, quasi il 10% di rinunciatari in più.
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