L’intelligenza artificiale sta cambiando il volto della guerra, rendendola sempre più pericolosa e inarginabile. Gli attacchi informatici sono sempre più frequenti e sofisticati. Oggi i conflitti tra Stati seguono un doppio binario: quello dello scontro armato e quello della cyberguerra. Il numero medio di attacchi informatici settimanali per organizzazione è aumentato del 44% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Lo illustra un’analisi di Patrick Kolb, senior portfolio manager di UBS Asset Management.
Il costo medio globale degli attacchi è salito è salito a 4,88 milioni di dollari, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente, mentre negli Stati Uniti il costo medio è quasi raddoppiato arrivando a 9,36 milioni di dollari. Il tempo necessario a un aggressore per spostarsi lateralmente all’interno di una rete, è di soli 48 minuti. In alcuni casi, sono sufficienti 51 secondi. Quasi il 20% delle esfiltrazioni di dati avviene entro la prima ora dalla compromissione della rete, il che lascia poco tempo per l’intervento umano e sottolinea la necessità di avere capacità di rilevamento in tempo reale e capacità di risposta basate sull’IA.
“In un contesto geopolitico instabile, gli attacchi informatici effettuati o sostenuti da Stati nazionali, diventano sempre più aggressivi e tecnicamente avanzati”, spiega Kolb “Ad esempio – prosegue -, lo scorso anno alcuni funzionari statunitensi hanno accusato Volt Typhoon, un gruppo di hacker appoggiato dalla Cina, di aver tentato di infiltrarsi nelle reti informatiche statunitensi con l’intento di perturbare il funzionamento di infrastrutture critiche per le risorse idriche, l’elettricità o i trasporti in un futuro conflitto”.
Perché l’IA è sempre più pericolosa
Il 77% degli intervistato tra oltre 1800 decisori IT negli Usa, in Europa e in Australia sono concordi del rilevare la minaccia di una cyberguerra nell’attuale contesto internazionale. L’anno scorso erano solo il 41%. Il 72% teme che le cyber capacità degli Stati nazionali possano crescere fino a trasformarsi in una cyberguerra su vasta scala. La guerra cibernetica si combatte su più fronti, come gli attacchi di malware distruttivi che si insinuano nelle infrastrutture statali critiche per interrompere i servizi essenziali e seminare il caos.
Secondo gli intervistati la Russia, la Cina e la Corea del Nord sono le principali cyberminacce statali che potrebbero utilizzare l’intelligenza artificiale a scopo bellicoso. Oltre la metà egli intervistati considera la Cina un rischio maggiore rispetto alla Russia. Oltre il 72% ritiene che questi attori abbiano il potenziale per innescare una cyberguerra su vasta scala con gravi conseguenze per le infrastrutture critiche.
“Nonostante i suoi rischi – fa notare il manager – l’IA offre anche le soluzioni più promettenti alle sfide odierne in materia di cybersicurezza. Diverse tecnologie basate sull’IA stanno già ridefinendo il panorama della difesa: l’IA può rilevare e mitigare le minacce, consentendo un riconoscimento più rapido, risposte autonome, un apprendimento dinamico e una gestione efficiente degli avvisi. Analizzando continuamente il traffico di rete e i comportamenti utilizzati, l’IA è in grado di identificare le deviazioni dai modelli storici e rilevare le minacce emergenti prima che diventino problemi”.
Non solo, i sistemi basati sull’IA sono in grado di adeguare dinamicamente i metodi di rilevamento, rendendo più difficile per le minacce passare inosservate. Esistono delle piattaforme che semplificano la gestione degli incidenti isolando i sistemi compromessi e avvisando immediatamente i team di sicurezza IT, riducendo così al minimo i danni e impedendo infiltrazioni più profonde.
IA, tra minaccia e progresso
L’IA aumenta le minacce ma può anche aiutarci a trovare argini ai pericoli. Si possono infatti rilevare più facilmente e rapidamente i rischi in modo che le organizzazioni e gli Stati riescano a opporsi agli attacchi informatici con strumenti parimenti avanzati. La dinamica è quella del “machine-to-machine ad alta velocità in cui i sistemi di IA sono continuamente impegnati sia in attacco che in difesa”, spiega l’analisi. Esistono delle funzionalità altamente avanzate che offrono un vantaggio competitivo in modo da permettere a imprese e governi a stare al passo con le minacce emergenti.
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