L’ultimo arrivato, si fa per dire, è la star di Hollywood Johnny Depp, da tempo dedito alle arti visive. Basti pensare che la serie completa delle sue serigrafie in edizione limitata con i ritratti di vip morti giovani come Bob Marley, River Phoenix o Heath Ledger, nel 2023 andò sold out, fruttandogli oltre 4 milioni di sterline. Le sue grafiche sono sbarcate anche sul mercato italiano in virtù di un patto con il gallerista milanese Deodato Salafia, che ha fatto proprio dei multipli di artisti pop contemporanei la sua fortuna. «Il management di Johnny ci ha contattati per il grande lavoro che abbiamo svolto negli ultimi anni», dice Deodato, «in particolare con i writers Mr. Brainwash e Shepard Fairey (il celebre Obey)».
Il sodalizio Deodato-Depp apre uno spiraglio interessante su un segmento del mercato dell’arte che sta attraversando una fase felice, quasi in controtendenza: quello dei multipli appunto, ovvero grafiche e sculture prodotte dalla matrice di un’opera unica e replicate in edizioni numericamente controllate dall’artista. Un mercato che ha visto dopo la pandemia una accelerazione negli scambi all’asta, con un giro di affari che nel 2022 ha superato i 500 milioni di dollari. Anche per i cosiddetti “multiples“, cioè le sculture a tiratura limitata, l’incremento nelle compravendite ha superato negli ultimi dieci anni il 151%. Ancora meglio il settore delle stampe che, secondo il report 2024 di Artprice, negli ultimi quattro anni ha visto aumentare del 79% le transazioni di opere sotto i 1.000 dollari. Si tratta delle “vendite accessibili“ che, piaccia o no ai puristi, rappresentano oggi il motore per un mercato dell’arte che invece soffre molto nella fascia alta.
«Il ruolo dei multipli va ben oltre l’aspetto economico», dice Deodato, «sono infatti uno strumento essenziale per ampliare la platea dei compratori e diffondere l’opera degli artisti. Chi si rivolge a noi cerca storie e atmosfere da portare nelle proprie case, con un contenuto estetico che è comunque autentico perché arriva da artisti veri. La differenza ovviamente la fa il prezzo, che parte da circa 200 euro per permettere a un pubblico anche giovane di avvicinarsi all’arte contemporanea».
In realtà quella delle grafiche è una storia che parte da molto lontano e affonda le radici nei cosiddetti old masters fino ai maestri delle avanguardie, prova ne è che ancora oggi gli artisti più quotati nelle grafiche sono Albrecht Dürer – che firmava con un timbro le sue incisioni per contrastare il fenomeno dei falsi – Pablo Picasso (alcune sue litografie hanno raggiunto anche i sette zeri), Joan Miró, Henri Matisse, Calder e, dulcis in fundo, Andy Warhol le cui serigrafie rappresentano una vera e propria manna per il mercato.
L’anno scorso a un’asta Prints & Multiples di Christie’s la serigrafia di una sua Marilyn è stata battuta a 327.600 sterline, quasi 100mila in più rispetto alla stima iniziale. «Il multiplo non viene più vissuto come un limite ma come una possibilità, un linguaggio accessibile capace di avvicinare un pubblico più ampio senza rinunciare alla qualità e all’identità artistica», afferma Lorenza Salamon, tra i maggiori esperti italiani e vicepresidente e consigliera di Amart, la fiera degli antiquari milanesi.
Tra antico e contemporaneo esiste però una sostanziale differenza: «Le opere di storici come Dürer o Rembrandt, ma anche Hokusai, continuano a crescere in interesse e valore, mentre restano stabili quegli artisti che in passato hanno attraversato momenti di forte moda. Per il contemporaneo i multipli seguono l’andamento degli artisti che hanno fortuna in pittura; emblematico il caso di Warhol, che non è penalizzato dal fatto di avere saturato il mercato, perché il desiderio di possesso di una sua opera supera il fatto che si tratti di opere seriali».
Il prezzo dei multipli, pur accessibile, va di pari passo con la tiratura, ma anche in questo caso con dei distinguo. «Ad esempio il mercato americano», dice Salamon, «accetta senza difficoltà tirature molto ampie: basti pensare a Damien Hirst, che per alcuni soggetti della serie dei Dots realizza tirature di 1.400/1.500 esemplari per lato, arrivando a un totale di 4.500/5.000 copie per singolo soggetto. In Italia, invece, per le opere moderne e contemporanee il pubblico è molto più sensibile al numero di tiratura e tende a storcere il naso quando si superano le 100 copie. Per quanto riguarda l’antico, la situazione è diversa: il limite delle tirature era imposto dall’usura della matrice, sia lignea sia metallica, che permetteva di stampare dai 30 ai 200 esemplari». E i primi erano ovviamente quelli migliori.
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