Il 57% degli italiani guarda con favore al ritorno dell’energia nucleare e il 64% è favorevole a investimenti nella nuova generazione di impianti. Cresce anche nel nostro Paese la consapevolezza dell’importanza di avere una transizione energetica “giusta”, che tenga assieme la sostenibilità ambientale e quella economico-produttiva. “Dobbiamo avere il coraggio di contestare e correggere un approccio ideologico alla transizione energetica che ha provocato danni enormi senza produrre i vantaggi ambientali decantati“, affermava nei giorni scorsi la premier Giorgia Meloni all’assemblea di Confindustria a Bologna, esprimendo un approccio ragionevole che trova corrispondenza nel sentiment degli italiani (e più in generale degli europei) verso questo argomento.
Un recente sondaggio condotto da Swg per Fondazione Lottomatica attesta infatti che i cittadini europei, in una percentuale compresa tra il 45% e il 55%, temono effetti negativi delle politiche “verdi” su fasce vulnerabili come le persone con basso livello di istruzione, i residenti in aree rurali, le famiglie con figli, gli anziani, le piccole imprese e i soggetti a basso reddito. Il 65% degli europei chiede inoltre una distribuzione giusta dei sacrifici e il 45% è disponibile ad accettare il cambiamento solo se riceve qualcosa in cambio: più tempo, più servizi, più giustizia.
Anche in Italia, i dati raccolti evidenziano un’opinione pubblica consapevole. Il 53% dei nostri connazionali si dichiara infatti favorevole a promuovere le energie rinnovabili anche a costo di un aumento delle spese, ma il consenso scende al 43% tra i disoccupati e al 48% tra chi ha un basso livello di istruzione. Un segnale particolarmente significativo arriva dal settore dell’automotive, che impiega quasi 400mila persone in Italia, oltre un milione se si include l’indotto: solo un italiano su tre approva il divieto di vendita di veicoli a combustione a partire dal 2035. La bocciatura ai diktat di Bruxelles sulle quattro ruote è dunque corposa, a ennesima dimostrazione di un forte scollamento tra il palazzo, con la sua burocrazia, e il pragmatismo del sentire comune.
Il sondaggio Swg per Fondazione Lottomatica rivela inoltre che il 57% degli italiani guarda con favore al ritorno dell’energia nucleare, mentre il 64% è favorevole a investimenti nella nuova generazione di impianti. Il 65% sostiene invece l’espansione delle rinnovabili anche in aree paesaggistiche. Anche sul fronte della mobilità elettrica emerge un approccio graduale e inclusivo: gli italiani chiedono bonus per l’acquisto di veicoli elettrici (33%), transizione graduale per evitare penalizzazioni sociali (31%), e promozione dei trasporti pubblici e condivisi (30%).
“I cittadini italiani ed europei, contrariamente a quanto si pensi, percepiscono il bisogno di interventi forti sul clima, ma al contempo temono conseguenze economiche e sociali sulle loro vite. Per questo l’Ue deve rafforzare la dimensione sociale della transizione, proteggendo i più vulnerabili, coinvolgendo comunità e territori, e mostrando che il cambiamento può generare opportunità concrete di progresso collettivo“, ha spiegato ha spiegato Maurizio Ferrera, Scientific Supervisor di Percorsi di secondo welfare e professore dell’Università degli Studi di Milano. In un’epoca in cui le sfide ambientali si intrecciano con la sicurezza energetica e la tenuta del sistema industriale, emerge dunque la necessità di una transizione condivisa e non imposta dall’alto.
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