La Casa del Consumatore, associazione che ha chiesto di essere parte civile nel processo contro Chiara Ferragni per il Pandoro gate, ha rifiutato la proposta di risarcimento della influencer, che aveva offerto 5.000 euro a patto che l’associazione non partecipasse al processo in cui l’imprenditrice digitale deve rispondere di truffa aggravata. Lo rende noto l’associazione stessa e lo confermano fonti legali.
“Abbiamo proposto a Chiara Ferragni di rinunciare alla nostra richiesta danni e costituzione di parte civile, a fronte non di denaro, ma di uno o due reel social per dimostrare il suo ravvedimento e impegno nel far conoscere un’app dedicata ai consumatori che stiamo realizzando con fondi pubblici nell’ambito di un progetto che il ministero delle Imprese e del Made in Italy ci ha appena approvato. In caso di suo rifiuto, le avevamo anche offerto la possibilità di contribuire alla comunicazione ai consumatori con l’equivalente monetario di quanto richiesto” ha commentato Giovanni Ferrari, presidente di Casa del Consumatore. Ma “In tutta risposta abbiamo ricevuto un’irrisoria offerta di pagamento di soli cinquemila euro, con imposizione pure della rinuncia a contestazioni ad ogni altra sua campagna commerciale e di presunta beneficenza, che esulano totalmente dal processo”.
“Non accettiamo questa somma – procede Ferrari – sia perché irrisoria rispetto ai profitti di ben 2,7 milioni di euro che la signora Ferragni risulta abbia tratto dalle operazioni oggetto di giudizio, sia perché non consentirebbe alcuna efficace azione riparatoria alle sue condotte, realizzatesi proprio sui social”.
La pensionata
Avrebbe invece accettato un risarcimento di 500 euro di risarcimento una signora campana di 76 anni che aveva acquistato alcuni Pandoro Pink Christmas e che, lo scorso settembre, aveva chiesto di essere parte civile. “Voleva fare beneficenza”, avevano spiegato i legali della donna, “è una fervente cattolica, ci teneva e solo lo scorso aprile si è resa conto di quello che era successo, che la sua beneficenza non era andata a buon fine”.
Settimana prossima in aula il giudice della terza penale Ilio Mannucci Pacini dovrà decidere sulle altre richieste di parte civile e si passerà alla fase dell’ammissione dei riti alternativi. È probabile che si arrivi a un processo con rito abbreviato e con udienze già fissate per il 25 novembre e il 19 dicembre. A gennaio potrebbe arrivare la sentenza.
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