Il mercato delle aste immobiliari giudiziarie in Italia segna una battuta d’arresto nel primo trimestre del 2025, con una flessione significativa dei volumi rispetto allo stesso periodo del 2024. A certificarlo è l’Osservatorio Brick di Berry Srl, che fotografa un settore in fase di riassestamento, caratterizzato però da segnali strutturali positivi.
Secondo quanto emerge dai dati, nel periodo gennaio-marzo 2025 si è registrato un calo del 21,1% delle aste residenziali rispetto allo stesso periodo del 2024. Una decrescita a doppia cifra, che segna un cambio di fase dopo il boom post-pandemia, ma che non viene letta dagli analisti come un sintomo di crisi. Piuttosto, si – spiegano gli stessi esperti – tratterebbe di una fase di riassestamento e consolidamento.
“Il dato aggregato evidenzia una contrazione, ma non una crisi”, afferma Chai Botta, Lead Infrastructure di Berry. “La riduzione dei numeri si accompagna a un aumento della qualità media degli asset immessi sul mercato. Stiamo entrando in una fase di selezione, in cui si vende con più attenzione a cosa e dove”.
I numeri del trimestre
Nel dettaglio, il segmento residenziale — che continua a rappresentare la maggioranza delle procedure con una quota del 52% — ha visto non solo una diminuzione del numero di aste (-21,1%), ma anche un calo del prezzo medio base d’asta (-8,5%) e una riduzione complessiva del valore delle aste pari al 27,8%.
Il comparto commerciale, che costituisce il 20% del mercato, mostra invece segnali contrastanti: se da un lato le aste calano in termini assoluti del 18,4%, dall’altro il prezzo medio base d’asta sale del 3,9%, evidenziando un possibile spostamento verso immobili di fascia più alta.
Sorte simile per la categoria “altre”, che include box, capannoni, aree edificabili e simili, pari al 24% del totale. Anche qui i volumi scendono (-21,5%), ma il prezzo medio base d’asta cresce dell’8,1%, lasciando intendere che il mercato stia premiando asset più selezionati o con potenziale di sviluppo.
Cagliari al top, Roma e Milano restano leader
Nonostante la flessione generale, il report registra performance sorprendenti in alcune aree del Paese. Il tribunale di Cagliari si distingue per il valore medio più alto per asta gestita: ben 650.801 euro. Un dato che potrebbe riflettere la presenza di immobili di pregio o di operazioni su portafogli industriali e turistici. A livello regionale, Lombardia, Sicilia e Lazio si confermano ai vertici per numero di aste, con Roma e Milano leader assolute per volumi e valore.
Il sorpasso digitale
Un altro segnale di trasformazione strutturale arriva dalla modalità di vendita. La vendita asincrona telematica — ovvero l’asta svolta interamente online in modalità flessibile — ha visto crescere la sua quota di mercato del 10,9%, pur con una leggera flessione del numero assoluto di pubblicazioni (-12%). Al contrario, la modalità sincrona mista — che prevede la partecipazione sia fisica che online in tempo reale — perde terreno: -23% su base annua. Una tendenza che evidenzia la preferenza crescente degli operatori per strumenti digitali più scalabili e meno vincolati a tempi e luoghi.
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