Il campione di tennis Jannik Sinner, in una recente intervista, ha raccontato di giocare con i Lego alla sera per scacciare i pensieri. I famosi mattoncini colorati danesi sono amati da grandi e bambini, vip e persone comuni, in una sorta di tradizione che si tramanda di generazione in generazione ed è più forte anche del boom degli intrattenimenti digitali.
Non è solo nostalgia: il fascino dei Lego si rinnova costantemente grazie a nuovi set, collaborazioni e linee che parlano linguaggi diversi. Almeno questo si capisce dagli ennesimi risultati semestrali in crescita per Lego. La società, grazie a prodotti come Lego City, Lego Technic, Lego Botanicals e Lego Star Wars, riesce a intercettare pubblici e quote di mercato differenti: dagli adulti, ai bambini, fino ai cultori degli Jedi e ai collezionisti che vedono nei set un investimento.
Ebbene, nei primi sei mesi dell’anno, Lego ha registrato un utile netto di 6,5 miliardi di corone danesi (0,87 miliardi di euro), in crescita del 10% su anno. I ricavi sono aumentati del 12% a 34,6 miliardi di corone (4,64 miliardi di euro), mettendo a segno il sesto rialzo consecutivo. Un successo che si lega anche all’abilità del gruppo di intercettare fenomeni e passioni globali: la nuova partnership con la Formula 1 sta già ottenendo ottimi risultati, affiancata ai prodotti delle serie animate Bluey e One Piece e, dal prossimo anno, al lancio di Lego Pokémon, destinato a infiammare il mercato.
Niels B. Christiansen, ceo del gruppo Lego, in un’intervista di alcuni mesi fa aveva dichiarato che il tema dazi non gli toglieva certo il sonno e che l’obiettivo principale era acquisire nuove quote di mercato, cosa che lo impegnava molto di più della preoccupazione per le tariffe. Tra l’altro il gruppo ha già messo in cantiere uno stabilimento in Virginia per il 2027 proprio per essere più flessibile sul tema, oltre ad aver aperto una nuova sede centrale a Boston, sempre negli Stati Uniti. Questa strategia rafforza la capacità di Lego di produrre vicino ai mercati chiave, riducendo costi e rischi legati alle tensioni commerciali.
Nel frattempo, il mercato continua a dare ragione a Lego. L’utile operativo è salito del 10%, raggiungendo i 9 miliardi di corone (1,2 miliardi di euro), riflettendo una maggiore produttività e l’efficacia delle scelte industriali. Un segno di come, a scapito delle tensioni commerciali globali, per i mattoncini colorati non esistano vecchiaia né barriere generazionali: passano di mano come un’eredità di fantasia, capaci di unire genitori e figli davanti allo stesso tavolo, mentre il mondo digitale scorre sullo sfondo.
Leggi anche:
– Roger Federer nell’olimpo dei paperoni. Ecco gli altri sette sportivi miliardari
– Pokémon mania, orecchie a punta e draghetti valgono milioni
© Riproduzione riservata