Nel dibattito sulla legge di bilancio torna in primo piano la possibilità di rivedere al rialzo la Tobin Tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie introdotta nel 2012 con l’obiettivo di ridurre la speculazione. Oggi l’aliquota è pari allo 0,2% sulle operazioni standard e allo 0,1% sui mercati regolamentati. Sul tavolo c’è l’ipotesi di aumentare progressivamente il prelievo su queste operazioni fissando l’aliquota allo 0,3% sui trasferimenti effettuati nel 2027, allo 0,35% nel 2028 e allo 0,4% a partire dal 1° gennaio 2029. È possibile, tuttavia, che si possa anticipare di un anno la vigenza per far sì che i flussi maggiorati giungano nelle casse dello Stato già nel 2026.
L’emendamento
La proposta, avanzata all’interno della maggioranza e formalizzata da un emendamento di Fratelli d’Italia, nasce dall’esigenza di individuare nuove coperture senza compromettere gli equilibri complessivi della manovra. In un contesto complesso, segnato da priorità come il sostegno alle famiglie, il rafforzamento delle forze dell’ordine e l’adeguamento di alcune misure fiscali, ogni margine di gettito aggiuntivo viene valutato con attenzione.
Il gettito
L’aumento della Tobin Tax potrebbe portare un gettito stimato fino a circa 400 milioni, risorse utili per finanziare interventi mirati. Tuttavia, l’imposta resta uno strumento che, per sua natura, va maneggiato con prudenza. Se da un lato consente di acquisire nuove entrate, dall’altro può incidere sulla liquidità dei mercati e sugli investimenti, scoraggiando alcune operazioni finanziarie e aumentando il costo del capitale per le aziende.
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Per questo, pur senza demonizzare il prelievo, molti osservatori sottolineano la necessità di un equilibrio: troppo spesso la Tobin Tax si rivela più penalizzante che efficace. L’obiettivo dichiarato di limitare le operazioni speculative si è infatti dimostrato difficile da raggiungere, mentre alcuni effetti collaterali – come la minore competitività dei mercati italiani rispetto ad altre piazze europee – sono reali e documentati.
Vertice di maggioranza
Il nuovo vertice di maggioranza di questa settimana servirà proprio a valutare questi aspetti, insieme ad altre misure allo studio, come la revisione della cedolare sugli affitti brevi, passando per l’Irap sulle banche e sull’emersione dell’oro da investimento. È una fase delicata in cui ogni decisione richiede una ponderazione attenta degli impatti. L’aumento della Tobin Tax resta quindi una possibilità concreta, ma non scontata. Se verrà confermato, sarà essenziale calibrarlo in modo da garantire nuove risorse senza indebolire la capacità di investimento del Paese.
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