Lo scorso 28 aprile l’intera rete elettrica spagnola è crollata simultaneamente, e una delle ragioni principali sembra essere stata la gran parte del suo approvvigionamento derivante da energia solare e rinnovabile, priva di inerzia da parte dei generatori tradizionali. Il maxi-blackout ha interessato anche il Portogallo, la Francia e parte del Marocco. Ma soprattutto ha aperto il dibattito tra gli esperti in energia che stanno suggerendo una necessità precisa per ridurre il rischio di episodi simili in futuro: il rafforzamento delle reti elettriche, attraverso batterie, convertitori elettronici e più interconnessioni, per sostenere meglio l’entrata massiccia nei sistemi di energia prodotta da fonti rinnovabili.
In generale, si tratta di prepararsi a crisi che vanno dagli attacchi informatici (o militari) ai disastri naturali e, nel frattempo, anche di rivedere schemi normativi per adeguarsi alle emergenze come le alluvioni o gli effetti del cambiamento climatico che hanno dimostrato in casi estremi l’impraticabilità del full electric soprattutto sul fronte dei trasporti pubblici e privati.
Non solo energia
Il blackout dello scorso 28 aprile ha rimesso sul tavolo anche un altro tema di discussione che non riguarda l’energia ma il contante. Perché alle 12.30, quando è improvvisamente andata via la luce, nelle città spagnole e portoghesi si sono subito generate lunghissime code davanti agli sportelli delle banche e ai cambi moneta, perché le persone, non potendo utilizzare i pagamenti elettronici, si sono messe alla disperata ricerca di cash.
La Spagna ha cercato attivamente di ridurre l’uso del contante per contrastare l’evasione fiscale, ma la sua evoluzione verso l’elettrificazione la rende più vulnerabile alle interruzioni. Qualche giorno dopo, in considerazione di quello che è successo, in Gran Bretagna, i legislatori hanno avvertito che i negozi potrebbero essere obbligati ad accettare contanti. Una commissione parlamentare ha affermato che molte persone, spesso anziane o vulnerabili, fanno affidamento sui contanti e una società sempre più senza contanti rischia di escluderli. Peraltro, il contante offre altri vantaggi, come ha dimostrato l’emergenza spagnola.
L’importanza delle banconote
Si tratta di un’inversione di marcia rispetto alla guerra alle banconote portata avanti per mesi in Europa. E si sta tornando a difendere il contante come mezzo di pagamento e riserva di valore, anche in seguito al calo degli sportelli bancari. Del resto, ad aprile dell’anno scorso Bankitalia ha chiesto a banche, Poste e fornitori di servizi di pagamento (Psp) di comunicare dati approfonditi su sportelli, bancomat, cash back e cash-in-shop. L’obiettivo di Via Nazionale era proprio quello di verificare che ci siano sufficienti punti di accesso al contante per i cittadini, dopo il calo degli sportelli bancari degli ultimi anni. Certo, la Bce sta andando avanti con i lavori sull’euro digitale ma a Francoforte hanno sempre specificato che la Central Bank Digital Currency non sostituirà i contanti tanto da aver lanciato la “Cash 2030 Strategy” secondo cui ogni individuo dell’Eurozona deve poter decidere come effettuare i pagamenti quotidiani, indipendentemente da preferenze, posizione geografica o competenza tecnologica.
È inoltre in discussione una proposta di regolamento della Commissione Europea per garantire un adeguato accesso al cash, anche attraverso un continuo monitoraggio. Insomma, attenzione a non spingere troppo senza prima fare i conti con la realtà. Anche perché da un recente sondaggio della Bce emerge come nell’Eurozona i pagamenti digitali crescano seppure a un tasso meno impetuoso del passato: gli europei e gli italiani utilizzano sempre più carte di credito, di debito e bonifici ma il contante, seppure in calo, resiste e la maggioranza dei consumatori vuole comunque essere libero di scegliere di utilizzarlo.
Dopo il balzo post pandemia, infatti, la crescita è diventata più graduale, spinta dall’innovazione tecnologica che ha portato sicurezza e rapidità e dai cambiamenti nell’offerta. Quando si va a pagare in un negozio, al bar, in un’officina o al supermercato nella zona euro si utilizza oramai quasi una volta su due (48%) una carta o una app. Una quota che scende al 38% in Italia dove, comunque negli ultimi due anni il contante ha perso diverse posizioni (-9%). Nel nostro paese le polemiche fra associazioni di commercianti e banche sul costo delle commissioni sono comunque alle spalle visto sia l’intervento del tavolo Pos sia delle offerte degli istituti di credito che hanno abbassato di molto i costi a carico degli esercenti.
Il cambiamento è stato anche culturale visto che ora i pagamenti sotto i 10 euro, anche solo per un caffè sono largamente accettati.
© Riproduzione riservata