Sembrava quasi fatta per la nomina di Giulio Terzariol, attuale ceo Insurance del gruppo Generali, a direttore generale del Leone. Una poltrona prevista dallo statuto della compagnia ma lasciata vuota da quando a gennaio 2017 se ne era andato Alberto Minali. L’idea di far crescere il manager arrivato due anni fa da Allianz, conosciuto e rispettato a livello europeo, avrebbe rappresentato un segnale per la successione del ceo Philippe Donnet, dopo il cambio del controllo di Mediobanca e il passaggio della quota di Trieste a Mps che ha come principali soci Delfin e il gruppo Caltagirone.
Exit strategy
Ma l’ipotesi Terzariol come dg è stata congelata, vedremo se per sempre o se solo per qualche mese. Intanto, a impedire che questa soluzione si facesse strada avrebbe contribuito una superconsulente cui Donnet sarebbe tornato ad affidarsi di recente per garantirsi una conveniente exit strategy nell’inevitabile cambio al vertice del Leone dopo il cambio di controllo del suo storico azionista. L’ombra strategica ma discreta, che sta esercitando un’influenza significativa sul manager francese, è quella di Anna Zanardi Cappon. Sul suo sito internet si definisce una «international board advisor» e «change consultant». Il suo lavoro? «Affianca in qualità di advisor il top management di aziende quotate e private, istituzioni no-profit ed enti governativi nei percorsi di facilitazione e sviluppo dei processi decisionali con particolare attenzione al benessere individuale e all’organizzazione aziendale». Svolge le sue consulenze in lingua italiana, tedesca, inglese, francese, spagnola e russa e di sé racconta che dopo una laurea in Scienze Economiche e Industriali conseguita in Svizzera, si è specializzata in Psicologia Sistemica a Palo Alto e alla Stanford University. Che ha conseguito un dottorato in Psicologia all’Università di Lubiana e che è rimasta per qualche anno negli Stati Uniti dove ha approfondito «gli studi di ipnosi ericksoniana, terapia sistemica e terapia familiare» e si è interessata «alle ricerche sulla morte e le malattie terminali». Rientrata in Europa, a Lubiana ha ottenuto il dottorato in Psicologia, specializzandosi poi in «psicosomatica e costellazioni familiari». Ha un dottorato in studi hinduisti e in scienze e filosofia indovedica. Un master in Teologia della Facoltà di Teologia di Lugano, un master in Islamic Theology della Middlesex University di Londra e un master in studi buddisti del centro Than Hsiang in Malesia.
I cda
Un biglietto da visita poliedrico che le ha consentito di collaborare con «oltre 100 amministratori delegati e team di aziende internazionali». E l’ha anche fatta sedere in alcuni cda. Come quello di Cedacri e Cerved, società oggi nelle mani di Andrea Pignataro che, si dice, ascolti molto i consigli di Zanardi. E anche in quello di Moncler, dove è entrata grazie alla lista di minoranza presentata da Assogestioni (su input dell’allora coordinatore del comitato dei gestori, nonché ad di Mediobanca sgr, Emilio Franco). È membro del cda di Wateralia e Maccaferri in rappresentanza del maggiore azionista Ambienta Sgr. Ed è stata consigliere indipendente di Ferragamo (sempre eletta nella lista di minoranza proposta dal comitato dei gestori di Assogestioni), dal settembre 2021 al febbraio 2023 quando si è dimessa per diventare presidente di Trevi spa, posizione ricoperta sino a luglio 2023.
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Sulla rete non si trovano riferimenti diretti di Zanardi al ceo di Generali, Donnet, se non due suoi contributi firmati. Il primo, per Forbes, risale a maggio del 2021 e si intitola: «L’ignoranza è un’emozione (pericolosa) ma non per Generali». Vi si legge che «l’ignoranza come emozione ci aiuta a capire perché alcuni investitori o azionisti, pur andando contro i propri interessi, agiscano in modo controintuitivo. Spiega anche perché, nonostante la loro presenza nel cda, dove hanno approvato tutte le decisioni, sentano l’irrefrenabile bisogno di astenersi dal partecipare all’assemblea generale annuale e di andare contro un management che ha prodotto i migliori risultati di sempre». E ancora: «L’ignoranza è un’emozione pericolosa anche quando nasconde l’arroganza di chi vuole creare confusione e di conseguenza ridurre il valore per gli azionisti. Forse tale comportamento ha l’obiettivo di far scendere il valore delle azioni per acquistarle a un prezzo inferiore».
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Poche settimane prima della pubblicazione di questo articolo, ovvero il 28 aprile 2021, Francesco Gaetano Caltagirone (ai tempi vicepresidente della compagnia) aveva mosso sullo scacchiere di Generali decidendo, con una mossa a sorpresa, di non presentare il suo pacchetto di azioni per l’assemblea sul bilancio 2020. Nel mirino dell’imprenditore romano c’era già la gestione di Donnet, il cui mandato sarebbe scaduto all’assemblea di aprile 2022. Difeso a colpi di coaching e di penna da Zanardi con un altro contributo, stavolta per il suo blog, GovernDance, e su Linkiesta, proprio a maggio 2022. Ovvero a pochi giorni dalla riconferma del terzo mandato del ceo francese. Titolo: «Da Trieste a Sun Tzu, Saper perdere è un lusso di pochi». La compagnia triestina, scriveva Zanardi, «è stata divelta in questi mesi da perturbazioni emotive capillari che hanno distratto molte risorse dal dedicarsi al loro specifico impegno» per poi arrivare «dove mesi fa già si era tracciata la via: il rinnovo di un ceo e di un management team che hanno fatto i migliori risultati degli ultimi 190 anni. Stili diversi quelli dei due sfidanti, dove il vincitore ha atteso l’evoluzione naturale degli accadimenti e dei propri sforzi, mentre il perdente si è adoperato per trovare pezzi di azioni e voti qua e là, usando i media come arena folcloristica». Sun Tzu Zanardi Cappon, e l’arte della guerra. A fianco di Donnet.
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