Stellantis celebra i dati positivi delle consegne globali nel terzo trimestre dell’anno. Bravi! L’aumento indicato, infatti, è del 13%, ovvero 1,3 milioni di veicoli finiti «alla rete commerciale, ai distributori o direttamente ai clienti finali», come sottolinea un comunicato. Peccato, però, che i modelli del gruppo più consegnati in Europa sono tutti prodotti fuori dai confini italiani: Fiat Grande Panda (assemblata in Serbia e da ora anche in Algeria), Opel Frontera, Citroen C3 e Citroen C3 Aircross. I vertici di Stellantis rassicurano sul fatto che il Piano Italia va avanti. Si dovrebbe capire a quale velocità procede dall’incontro in programma lunedì 20 ottobre tra i leader dei sindacati metalmeccanici e il ceo Antonio Filosa.
Al momento, a parte il premietto di consolazione della Fiat 500 ibrida da novembre a Mirafiori – con il tappeto rosso a lei riservato in occasione del Torino Film Festival – e la nuova Jeep Compass di Melfi, di segnali concreti sulla pianificazione di nuovi prodotti di volume non ce ne sono. E ciò che era previsto in tempi ravvicinati, come le Alfa Romeo Giulia e Stelvio nuove, è stato rinviato al 2028, con la speranza che il dna del Biscione torni centrale. Peccato che, quando sono state progettate, nessuno all’interno del gruppo abbia sentito il dovere di far presente all’ex ceo Carlos Tavares che prevedere le nuove Giulia e Stelvio solo elettriche, avrebbe rischiato di portare a quello a cui si assiste ora: è tutto sbagliato, è tutto da rifare. I tempi di lancio si sono infatti allungati per rivedere i progetti in chiave realistica e secondo le aspettative del mercato. Intanto la concorrenza avanza a velocità supersonica, mentre negli Alfisti prevalgono sconcerto e smarrimento. L’ipotesi, poi, che la strategia globale di Stellantis per i prossimi anni venga comunicata solo a metà 2026, invece che entro il primo trimestre, non fa altro che alimentare timori e dubbi. Di tempo per ridare slancio alle produzioni italiane ne resta pochissimo, tenuto conto che il passaggio dal dire al fare non può essere immediato.
Filosa, intanto, ha deciso di ripartire dal mercato più importante, quello nordamericano, con un maxi-investimento quadriennale di 13 miliardi e la contestuale creazione di oltre 5mila nuovi posti di lavoro tra Illinois, Michigan, Ohio e Indiana. «Poniamo il cliente al centro della strategia, ampliando la gamma e offrendo loro la libertà di scegliere i prodotti che desiderano e amano», il messaggio forte del top manager al popolo yankee. Toc, toc! Anche gli italiani vorrebbero scegliere i modelli che desiderano e amano.
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