Il mondo digitale è sempre più sotto attacco, ma le aziende – soprattutto le più piccole – sono ancora poco assicurate contro i rischi informatici. Secondo uno studio di Swiss Re, uno dei maggiori riassicuratori al mondo, i premi delle polizze cyber continueranno a crescere, arrivando a quota 15,6 miliardi di dollari entro la fine del 2025. Tuttavia, la loro diffusione resta ancora limitata.
La crescita stimata è del 5% l’anno, leggermente al di sotto del precedente +6%. Il motivo? Il calo dei prezzi sta rallentando la spinta del mercato, mentre le minacce digitali si fanno sempre più complesse e frequenti.
“Nonostante l’aumento dei rischi, il mercato sta perdendo slancio” sottolinea Fabian Willi, responsabile dei clienti chiave cyber di Swiss Re. “Per essere sostenibile, il settore ha bisogno di prezzi più stabili e di allargare la sua base di clienti.”
Più offerta che domanda
Oggi c’è più offerta che domanda nel settore delle assicurazioni cyber. Le compagnie si fanno concorrenza abbassando i prezzi, ma questo finisce per ridurre i margini e porta a polizze con coperture meno solide. Il tutto in un contesto dove il rischio è in costante evoluzione: attacchi più sofisticati, minacce sistemiche e un numero crescente di cause legali legate alla privacy.
In questo scenario, Swiss Re indica le piccole e medie imprese (pmi) come la chiave per sbloccare una nuova fase di crescita. E il potenziale è enorme.
“Le pmi rappresentano il 90% delle aziende nel mondo, ma solo il 30% dei premi cyber,” sottolinea Dani Tobler, responsabile della riassicurazione cyber. “Serve una svolta.”
Pmi: tanta esposizione, poca protezione
Attualmente le pmi generano circa 4,7 miliardi di dollari in premi assicurativi cyber. Un numero basso, se si considera la loro esposizione al rischio. Ma il problema principale è che i prodotti disponibili spesso non sono adatti a loro: troppo complessi, costosi o poco accessibili.
“Non basta adattare le polizze aziendali standard,” spiega Tobler. “Le pmi hanno bisogno di soluzioni su misura, semplici e accessibili.”
Swiss Re individua cinque leve per colmare questo “cyber-gap” tra grandi aziende e pmi:
- Formazione: sensibilizzare le pmi con campagne semplici e coinvolgere i broker con strumenti ad hoc.
- Prodotti: creare coperture pensate per le pmi, facili da capire, modulari e convenienti.
- Prezzi: puntare su ciò che davvero serve, con costi sostenibili e limiti compatibili con i budget delle piccole imprese.
- Sottoscrizione: semplificare i processi con questionari brevi, chiari e automatizzati.
- Distribuzione: usare piattaforme digitali e offrire le coperture cyber all’interno di pacchetti assicurativi più ampi.
Il ruolo chiave della riassicurazione
Secondo Swiss Re, per affrontare il futuro del settore servirà anche una solida rete di riassicurazione, in grado di assorbire gli shock causati da grandi attacchi o perdite sistemiche. Il mercato cyber sta crescendo più rapidamente di altri rami assicurativi, ma il vero successo arriverà solo con una strategia sostenibile.
“Chi riuscirà ad ampliare l’accesso alle polizze, soprattutto per le pmi, guiderà la prossima fase di sviluppo del settore,” conclude Tobler. “Resilienza e crescita devono andare di pari passo.”
Leggi anche:
1. Cybersicurezza, le imprese italiane alzano le difese: investimenti in crescita del 52%
2. Cybercrime, aumentati del 45% in 4 anni i reati contro le imprese italiane
3. Cybersecurity: ogni mese oltre 290 incidenti. Quanto serve vietare il pagamento dei riscatti?
© Riproduzione riservata