La domanda che i concessionari e la stragrande maggioranza degli operativi automotive si pongono è la seguente: i nuovi sostanziosi incentivi, nell’occasione finanziati con fondi provenienti dal Pnrr, serviranno a dare uno scossone alla vendita di auto elettriche in Italia? Le agevolazioni “green”, infatti, potranno arrivare fino a 11mila euro a seconda del reddito di chi acquisterà una vettura a batteria, in sostituzione di una tradizionale, e fino a 20mila euro per le microimprese. In pratica, per i privati l’ecobonus sarà di 11mila euro, se l’Isee familiare, ovvero la condizione economica del nucleo, non supera i 30mila euro, oppure di 9mila euro, con un Isee tra 30mila e 40mila euro. Il soggetto dovrà contestualmente rottamare il vecchio veicolo endotermico con omologazione fino all’Euro 5. Il listino della nuova auto elettrica non dovrà comunque superare i 35mila euro, Iva esclusa.
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Per le microimprese il contributo viene invece calcolato in ragione del 30% sul prezzo d’acquisto, esclusa l’Iva, con un limite massimo di 20mila euro. I requisiti: avere almeno 10 dipendenti, un fatturato non oltre i 2 milioni l’anno, essere in regola con gli obblighi fiscali e della normativa “de minimis”, liberarsi del vecchio veicolo del quale comunicare la targa. Il nuovo furgone elettrico ammesso agli ecobonus dovrà essere di categoria N1 (fino a 3,5 tonnellate) oppure N2 (3,5 – 12 tonnellate).
L’obiettivo del governo: favorire l’acquisto di almeno 40mila veicoli elettrici. Il piano sarà valido dal prossimo settembre fino al 30 giugno 2026. L’intervento, destinato a persone fisiche e microimprese con residenza o sede legale nelle aree urbane funzionali (città oltre i 50mila abitanti e area di pendolarismo), è finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: 597 milioni di euro. Tutti fondi precedentemente orientati sulla rete di ricarica elettrica.
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“Con questo nuovo schema di incentivi – ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – vogliamo accelerare la transizione anche nel settore della mobilità privata e commerciale, supportando concretamente cittadini e piccole imprese nei contesti urbani più esposti all’inquinamento. Grazie al Pnrr, mettiamo in campo risorse importanti per favorire la diffusione dei veicoli a zero emissioni e contribuire a città più pulite e vivibili. Il sostegno è calibrato per chi ha redditi più bassi e per le microimprese, perché la transizione deve essere sostenibile anche dal punto di vista sociale”.
E torniamo alla domanda iniziale: ci sarà uno scossone concreto per il mercato delle auto elettriche? A fornire una prima risposta, guardando allo stato dell’arte del settore, è Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia: “A Roma ci si è focalizzati sull’aspetto meno importante in questo momento per il settore e, cioè, di erogare incentivi solo per chi ha l’Isee fino a 40mila euro, ovvero quegli automobilisti che hanno tutt’altri pensieri che cambiare la macchina, meno che mai per passare a una elettrica. Sarebbe stato meglio pensare di potenziare le infrastrutture di ricarica e, soprattutto, cercare di equiparare il più possibile il prezzo della ricarica pubblica a quello dei Paesi vicini”.
Il parere sul piano ecobonus di Massimo Artusi, presidente di Federauto, che riunisce i concessionari italiani: “È di tutta evidenza come la notizia sugli incentivi prossimi abbia impresso, dal suo annuncio in giugno, un ulteriore stop agli acquisti che, peraltro, ne potranno beneficiare in misura assai ridotta, dal momento che riguarderanno solo autovetture e veicoli commerciali elettrici e una platea molto ristretta di beneficiari in funzione della loro ubicazione e dell’ISEE. Stiamo parlando di circa 35mila vendite che, rapportate al totale generale del mercato, rappresentano una percentuale modesta. Dal nostro punto di vista – aggiunge Artusi – ribadiamo che questo tipo di interventi, pur comprendendo che siano stati gli unici possibili nel contesto in cui sono stati attuati, non rappresentano la risposta adeguata per sostenere il rinnovo del parco circolante. Quest’ultimo, infatti, non dovrebbe basarsi sulla logica degli incentivi estemporanei, ma trarre beneficio da una riforma strutturale della fiscalità. Anche se tale riforma dovesse essere graduale nel tempo, ciò che conta è che venga avviata”.
E Roberto Pietrantonio, neo presidente di Unrae, che rappresenta i costruttori esteri di vetture – cinesi inclusi – che operano in Italia: “È il momento di agire. Occorrono incentivi stabili, semplici e pianificati, che orientino i consumatori e restituiscano fiducia nel cambiamento, così come è urgente una riforma fiscale per le auto aziendali, leva essenziale per favorire una transizione reale. Senza queste misure, non solo il mercato resterà debole, ma saranno i cittadini e il sistema-Paese a pagarne il prezzo”.
A favore dell’iniziativa del governo è Fabio Pressi, presidente di Motus-E, l’associazione degli stakeholder impegnati nella mobilità elettrica: “È positivo che il Governo abbia annunciato, per settembre, l’arrivo di nuove agevolazioni mirate alle fasce a basso reddito; ora bisogna essere veloci e chiari perché i tempi per spendere le risorse sono stretti. Per far raggiungere all’Italia i livelli di quote di mercato degli altri Paesi europei c’è bisogno di misure continuative e certe negli anni, come ad esempio la revisione della deducibilità dei costi di acquisto e noleggio delle auto aziendali”.
Infine, il punto di vista sul rapporto tra gli italiani e l’auto elettrica stilato dall’Osservatorio Findomestic: “Appena il 6% degli italiani – afferma il responsabile dell’Osservatorio, Claudio Bardazzi – si dice oggi pronto ad acquistare un’auto elettrica, ma oltre l’80% di chi ha avuto la possibilità di provarla è soddisfatto dalla sua silenziosità, fluidità e semplicità di guida. Oggi, tuttavia, il 60% degli automobilisti italiani non ha ancora mai avuto un contatto diretto con un veicolo 100% elettrico. C’è un problema di conoscenza dell’auto elettrica con quasi la metà del campione consultato che non sa se effettivamente l’elettrico li farà risparmiare. Tuttavia, oltre la metà degli italiani è certo che le elettrificate – quindi le vetture ibride ed elettriche insieme – rappresenti il futuro, nonostante gli ostacoli strutturali e di prezzo da superare oggi”.
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