Licenziate settimane scorsa le trimestrali con poche luci e molte ombre, Stellantis e Renault tentano di correre ai ripari invocando un cambio di passo europeo sull’auto. Il presidente di Stellantis, John Elkann, e l’amministratore delegato di Renault, Luca de Meo, hanno lanciato l’allarme sullo stato di salute del mercato e parlando, insieme, a Le Figaro. Che sia l’antefatto di una futura alleanza? Da tempo ci sono speculazioni in merito, ma per ora le due case combattono una battaglia comune chiedendo di avviare una profonda revisione della strategia industriale verso la decarbonizzazione. Se questo cambio di approccio non avverrà rapidamente, l’Europa potrà perdere definitivamente il suo status di «produttore» manifatturiero e diventerà un mero mercato per altri, a differenza di tutte le altre nazioni leader. Un trend che è forse già irreversibile se pensiamo che quest’anno, per la prima volta, la Cina produrrà più dell’Europa e degli Stati Uniti messi insieme. Il 2025 è quindi l’ultima chance.
“Il destino dell’industria automobilistica europea si gioca quest’anno”, ha detto Elkann. In linea il numero uno di Renault: “Il livello attuale del mercato è un disastro, c’è in gioco una questione strategica, anche per gli Stati per i quali il settore rappresenta 400 miliardi di euro di entrate fiscali all’anno in Europa”, ha aggiunto. Ma cosa chiedono in concreto i due manager? Di fatto si tratta di una regolamentazione differenziata per le piccole auto. “Ci sono troppe regole concepite per auto più grandi e più costose, il che non ci permette di fare piccole auto in condizioni accettabili di redditività. Non è possibile trattare un’auto di 3,80 metri come un’auto di 5,5 metri. Il sovrapprezzo è lo stesso su una piccola auto che su una grande berlina. Questo erode una buona parte del margine della piccola auto. E continuerà così”.
“Quello di cui abbiamo bisogno è un obiettivo, rapidità decisionale e certezze”, ha detto Elkann, ribadendo che “non chiediamo aiuti, solo che ci lascino lavorare, innovare e portare alla gente i veicoli più puliti, ma anche accessibili, che desiderano e di cui hanno bisogno”.
“Tutti i Paesi del mondo che hanno un’industria automobilistica si organizzano per proteggere il loro mercato, tranne l’Europa”, ha aggiunto De Meo, chiedendo che l’Europa continui a mettere allo stesso tavolo regolatori, industriali e scienziati per elaborare le future norme.
Quanto al tema ambientale, “ciò che è importante per il nostro ambiente è sostituire i 250 milioni di auto in circolazione che sono inquinanti e la cui età media non smette di aumentare: è di dodici anni in Europa e arriva fino a 17 anni in Grecia”, ha detto Elkann, sottolineando che la decarbonizzazione “può davvero accelerare rinnovando il parco auto con tecnologie varie, innovative e competitive, rivitalizzando così la domanda”.
“Siamo industriali del XXI secolo, capaci di offrire al maggior numero di persone una gamma di prodotti completa, dal tutto elettrico, all’ibrido, e al termico di nuova generazione, come dimostrano i prodotti che abbiamo lanciato di recente (Citroen C3, Fiat Grande Panda, Peugeot 3008)», spiega Elkann. Così come è scritta, la direttiva 2035 non regge. “Sostituire la totalità dei volumi attuali con l’elettrico, in queste condizioni, non sarà possibile”, conclude Elkann.
Da inizio anno il titolo Stellantis ha perso il 33% (il 58% in 12 mesi) , meglio Renault piatta nel confronto da gennaio e annuale. Secondo i dati forniti dall’ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili), nel mese di dicembre dello scorso anno Renault ha superato nelle vendite l’intero Gruppo Stellantis, che comprende ben 15 marchi. Renault ha registrato un aumento delle vendite del 17%, raggiungendo 130.097 unità vendute. Al contrario, Stellantis ha subito una contrazione del 6%, totalizzando 126.091 immatricolazioni nello stesso periodo. Tuttavia, su base annuale, si consola avendo conservato saldamente la seconda posizione nella classifica europea.
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