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Finanza

Crociera amara per il gruppo Sace, la Corte bacchetta la flotta Msc & Co

La magistratura contabile mette nel mirino le garanzie concesse al gruppo Aponte e agli altri operatori del settore: «Esposizione al rischio troppo concentrata». Il caso del maxi-terminal di Miami

Lungo oltre 600 metri per 4 piani di altezza: il nuovo approdo statunitense di Msc Crociere, la compagnia fondata da Gianluigi Aponte, è stato inaugurato lo scorso aprile. Il terminal si trova a Miami e, permettendo il movimento di oltre 36mila passeggeri, sarà uno dei più importanti su scala internazionale. Per la realizzazione dell’infrastruttura, Msc si è affidata a un gruppo cantieristico e, nonostante la liquidità miliardaria, non ha esitato a chiedere un finanziamento agevolato di 350 milioni di euro, erogato da Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo. Nel 2022, in occasione dell’inaugurazione del cantiere, è stato inoltre annunciato che a garanzia del progetto, ancora una volta, sarebbe intervenuta la Sace. Il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Mef, nel corso degli anni, ha infatti offerto con una curiosa frequenza il proprio supporto a Msc e ad altre aziende del settore crocieristico, una eccessiva benevolenza che non è sfuggita alla Corte dei Conti. Ma andiamo con ordine.

Criticità emerse già nel 2021

Nel 2017 Msc Crociere ha affidato una commessa da 1,2 miliardi allo stesso gruppo per la costruzione di due navi (più una in opzione). Le due Seaside prevedevano un investimento di 700 milioni di euro ciascuna e sono state finanziate con il sostegno assicurativo-finanziario di Sace. Qualche anno prima Sace aveva garantito anche una linea di credito di oltre 293 milioni di dollari a favore di Silversea, un altro operatore di primo livello nel settore, per l’acquisto di una nave di lusso di 596 posti. Con questi e altri interventi, l’esposizione (intesa come somma di capitale e interessi dei crediti e delle garanzie perfezionate) nel comparto crocieristico è così cresciuta in modo costante, provocando una concentrazione del portafoglio rischi quantomeno anomala.
La situazione ha richiamato l’attenzione della Corte dei Conti, che già nella sua relazione sul bilancio 2021 aveva segnalato: «Rimane molto problematica la concentrazione del rischio per settori. Particolarmente rilevante e in crescita il peso del settore crocieristico». Era infatti pari al 50,1%, valore in aumento rispetto al 45,8% dell’anno precedente. A questo punto, Sace sembrava aver accolto il suggerimento, e l’anno successivo l’esposizione nel settore era diminuita.

Crociere ancora in crescita

Nella relazione diffusa nelle ultime settimane, che ha per oggetto il bilancio del 2023, è però evidente che la percentuale è tornata a crescere: «Il principale settore per esposizione al rischio di credito complessivo si conferma il settore crocieristico con un’incidenza pari al 42,4%, in aumento rispetto al 2022 del 3,5%». Commenta la magistratura contabile: « Questa Corte ribadisce la necessità che gli organi aziendali e l’azionista sorveglino con attenzione l’evoluzione dei rischi assunti da Sace, ponendo in atto azioni e strumenti che possano mitigare il rischio di concentrazione». Il bilancio mostra inoltre che l’83,5% del portafoglio rischi è rappresentato dai primi cinque settori che con pesi assai diversi, oltre al crocieristico, sono gas (9,1%), chimico-petrolchimico (5%), petrolio ed elettrico (27% complessivamente). Dal punto di vista geografico, la prima esposizione per singolo Paese corrisponde agli Stati Uniti, con una concentrazione del 22,4%. A seguire, in termini di area, i Paesi europei non appartenenti all’Ue e al Commonwealth mostrano un’incidenza del 22,6%, mentre le altre aree geografiche rappresentano complessivamente il 21,3% del portafoglio.

Le conclusioni della corte

Nella sua relazione la Corte ha rilevato anche altre criticità, tra cui l’aumento dei costi del personale. Nel 2023 Sace ha infatti speso per i suoi 667 dipendenti quasi 47 milioni di euro, con un incremento dell’11% rispetto ai 42,3 milioni dell’anno precedente.
La Corte ha però anche evidenziato che corso degli ultimi anni il ruolo di Sace è stato ridefinito da numerosi interventi normativi, volti a contrastare gli effetti economici della pandemia e della guerra in Ucraina. Questi nuovi incarichi si affiancano all’operatività tradizionale incentrata sull’internazionalizzazione delle aziende italiane. L’esposizione totale al rischio degli impegni assunti dalla Sace a fine 2023 ammontava a 56,7 miliardi di euro. Assodato che Sace esplica una funzione essenziale a sostegno delle imprese italiane, resta l’anomalia relativa agli interventi nel settore crocieristico che, dopo il severo intervento della Corte, probabilmente subiranno un significativo ridimensionamento.