Il settore farmaceutico italiano registra un fatturato di oltre 25 miliardi di euro annui, testimoniando una solidità economica senza precedenti. L’imponente volume d’affari è alimentato da quattro milioni di italiani che ogni giorno visitano le circa ventimila farmacie distribuite sul territorio nazionale, generando una spesa pro capite di 407 euro per ogni cittadino. Secondo il rapporto La Farmacia Italiana 2024 elaborato da Federfarma, la media di 200 utenti giornalieri per singola farmacia garantisce flussi di cassa costanti e ricavi stabili che fanno del comparto uno dei più redditizi del nostro Paese.
Le farmacie rurali
La forza economica di questo settore risiede principalmente nella sua distribuzione territoriale strategica, che assicura ricavi capillari e diversificati. Ben 7.200 farmacie, un terzo di quelle esistenti, operano in piccoli comuni rurali con meno di 5.000 abitanti, servendo oltre 10 milioni di cittadini e generando fatturati che spesso rappresentano l’unica fonte commerciale significativa in queste aree. Di particolare rilevanza economica sono le 4.400 farmacie rurali sussidiate, situate in comuni con meno di 3.000 abitanti, che beneficiano di contributi pubblici. Tra queste, le 2.000 farmacie che operano in comuni con meno di 1.500 abitanti servono quasi due milioni di persone, prevalentemente anziani, creando utili che contribuiscono significativamente al fatturato totale del settore.
«Le farmacie italiane hanno saputo creare un forte legame di fiducia con la clientela, anche grazie all’empatia di chi le guida», spiega Massimiliano Fabrizi, amministratore delegato di Banca Credifarma. «Il vero punto di forza economico è la capillarità territoriale che consente loro di essere un punto di contatto di prossimità, spesso sopperendo alle carenze del sistema sanitario con la capacità di offrire consulenze sulla salute».
Il modello italiano
Il profilo imprenditoriale del settore rivela dati significativi per comprendere le dinamiche del fatturato: su oltre 21.000 titolari di farmacia in Italia, ben il 53% è donna. Sono inoltre tanti i giovani che si affacciano alla professione, mentre il tasso di disoccupazione si attesta all’1,6%, un dato tra i più bassi al mondo. Questa stabilità occupazionale si riflette direttamente sulla continuità dei ricavi e sulla capacità di investimento delle farmacie, creando un circolo virtuoso che alimenta la crescita economica del comparto. Il confronto con il resto d’Europa evidenzia il successo economico del modello italiano. Mentre nel 2024 la Francia ha fatto segnare un +17% di chiusure delle farmacie, con il numero totale che presto scenderà sotto quota 15.000 in un Paese che è il doppio del nostro per estensione, l’Italia mantiene una rete di distribuzione solida che garantisce fatturati crescenti e sostenibili nel tempo. Nonostante questi risultati molto positivi, secondo Fabrizi esistono ancora ampi margini di crescita del fatturato: «Oggi in Italia solo il 60% delle farmacie è gestito in forma societaria, mentre la quota restante è gestita sotto forma di ditta individuale. Ma sono proprio queste ultime a portare con sé il maggior tasso potenziale di crescita del settore poiché, strutturandosi come impresa collettiva, le farmacie possono sfruttare una maggiore capillarità e una maggiore capacità di far leva su economie di scala, anche nelle dinamiche di accesso al credito che, ad esempio, seguiamo noi come banca».
Il ruolo di Credifarma
In questo contesto il ruolo del sistema bancario si rivela cruciale per sostenere la crescita del fatturato. Ad oggi, sono poche le realtà bancarie ad avere servizi specifici per il mondo dei farmacisti. Tra queste, una delle prime ad entrare nel comparto è stata Banca Ifis. Già nel 2018, l’istituto di credito oggi presieduto da Ernesto Fürstenberg Fassio ha rilevato Credifarma per poi fonderla nel 2020 con Farbanca per dar vita a Banca Credifarma, il più grande polo bancario italiano dedicato al mondo della farmacia. Negli ultimi quattro anni, l’istituto ha erogato circa 699 milioni di euro di credito nei confronti del settore farmaceutico, sostenendo direttamente la crescita del fatturato complessivo attraverso finanziamenti mirati e soluzioni innovative. «Il nostro affiancamento al mondo delle farmacie va dai servizi bancari di base, come ad esempio i conti correnti o gli strumenti di pagamento, fino a soluzioni più sofisticate», aggiunge Fabrizi. «Penso ad esempio a prodotti pensati per smobilizzare i crediti vantati verso le Aziende Sanitarie locali o soluzioni finanziarie per offrire disponibilità a breve e medio-lungo termine supportando così i progetti legati alla crescita della farmacia».
La collaborazione con il Ssn
La strategia di crescita del fatturato si concentra sempre più sul rafforzamento del partenariato con il Sistema Sanitario Nazionale, creando nuove opportunità di reddito. Banca Ifis ha recentemente dato vita a un’iniziativa finalizzata a ridurre il livello di disuguaglianza nell’accesso alle cure mediche tra Nord e Sud del Paese con una nuova soluzione di leasing e noleggio di strumenti medicali. Il progetto è stato esteso a sei Regioni italiane: Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e Molise, creando partnership che consentono l’accesso prioritario ad attrezzature diagnostiche per immagini di alta gamma come mammografi, ecografi, tac, risonanze, con prezzi agevolati per il costo del leasing e noleggio. Al centro di questo progetto innovativo, che promette di incrementare ulteriormente i risultati del settore, Banca Ifis ha messo proprio la farmacia che funge da intermediatore tra il Servizio Sanitario e il distributore della strumentazione medicale.
Centri di servizi sanitari
Questo modello di business integrato può dare una forte spinta alla crescita economica delle farmacie italiane, diversificando le fonti di reddito oltre la tradizionale vendita di farmaci e posizionando gli esercizi come veri hub di servizi sanitari avanzati sul territorio. Il fatturato delle farmacie italiane si conferma quindi non solo solido e crescente, ma anche diversificato e innovativo, con prospettive di ulteriore espansione legate all’evoluzione dei servizi sanitari territoriali.
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