In Piazzetta Cuccia tira un’aria da fine impero. Il dominus indiscusso dell’istituto per 18 anni, Alberto Nagel, è ormai con un piede e mezzo fuori dalla porta (per non dire entrambi) di quello che una volta era il tempio della finanza italiana. Nei corridoi dell’istituto danno da tempo per assodata la sconfitta ed è iniziato un duro processo a un banchiere che ha ben gestito la merchant bank, ma a cui forse è mancata la giusta sensibilità politica e la necessaria ambizione.
Motivo per cui non ha lanciato prima l’assalto a Banca Generali e per il quale non ha aperto di più alle idee del primo socio Delfin, al quale un paio d’anni fa non ha voluto concedere la presidenza al termine dell’ennesimo braccio di ferro con i grandi azionisti.
Ponti d’oro
Quel che è certo, però, è che per Nagel ci sarà comunque un futuro professionale. Da Mediobanca uscirà molto probabilmente su un ponte d’oro, trattando una buonuscita complessiva che potrebbe aggirarsi intorno ai 110 milioni di euro. Ma non è finita qui: perché il banchiere starebbe già trattando un ingresso in Blackrock, primo asset manager al mondo. Del resto, Nagel ha da offrire un ricco bagaglio di esperienza e molte conoscenze nel mondo imprenditoriale italiano, un asset che di certo fa gola a un gestore di livello globale come quello guidato da Larry Fink.
Oltre a questo, il cda di Piazzetta Cuccia ha già provveduto a fabbricare paracadute sostanziosi. In particolare, spiega Mediobanca in un passaggio del documento di risposta all’offerta di Mps, è stato concesso ai manager che ne hanno diritto di riscattare in denaro, per un impatto a conto economico di 90 milioni di euro, la parte di remunerazione in azioni (per un massimo di 7,2 milioni di titoli). Pertanto, a fine settembre quando sarà arrivata a compimento l’Offerta pubblica di scambio lanciata dalla banca guidata da Luigi Lovaglio, le prime file manageriali di Piazzetta Cuccia incasserebbero pro-rata e in contanti la loro quota del Long-Term Incentive Plan 2023-2026 già maturata, rispetto alle scadenze originarie che incidevano nel periodo compreso tra il 2027 e il 2032.
Da Mediobanca la definiscono una forma di tutela verso i dipendenti in un momento delicato come lo è un passaggio di proprietà, ma sta di fatto che tra buonuscita dell’ad e bonus a manager e dipendenti l’effetto contabile sull’istituto peserà nell’intorno di 200 milioni.
Questa opportunità, di fatto, potrebbe aprire le porte alla fuga di alcuni manager di spicco, dal momento che i competitori potrebbero fare a gara per soffiare quanti più banker possibili. A quest’ultimi si spalancherà davanti un’occasione irripetibile per monetizzare: da una parte, incassando anzitempo bonus che avrebbero ottenuto molto più tardi e, dall’altra, approfittando delle offerte al rialzo in arrivo da istituti bancari che potrebbero mettere sul piatto anche il 2-3% sulle masse in portafoglio al singolo consulente finanziario.
Dal canto suo Lovaglio, quindi, avrà ora il suo bel da fare per mettere sul piatto un progetto avvincente, con dovute leve economiche per trattenere i professionisti. Fermo restando che, per il momento, non si sta verificando la fuga di manager più volte paventata dallo stesso Nagel nel corso dello scontro dialettico per difendersi dalla scalata di Mps.
Il quasi ex numero uno di Piazzetta Cuccia, intanto, è probabile che si presenti insieme al resto del consiglio d’amministrazione come dimissionario alla prossima assemblea dei soci del 28 ottobre. Se così dovesse essere, allora sarebbe probabile che questa data – decisa fin dai tempi di Enrico Cuccia come quella designata per l’assemblea degli azionisti in opposizione alla marcia su Roma del 1922 – slitterà di una o due settimane per permettere ai soci di comporre una lista di candidati in grado di essere votata dall’assise che, di fatto, vedrà nascere la nuova governance del gruppo bancario.
Leggi anche:
1. Mediobanca boccia l’offerta su Banca Generali. Era Nagel al tramonto
2. Mps rilancia su Mediobanca, sul tavolo anche 750 milioni cash
© Riproduzione riservata