Monumenti di carta, reliquie profane che raccontano grandi eventi, rivoluzioni e conquiste. I francobolli sono testimoni preziosi e fragili della storia che fluisce. Miniature postali dal tipico profilo dentellato. Collezionisti e appassionati di tutto il mondo ne mantengono vivo il fascino: l’arte della filatelia è ancora oggi molto diffusa a livello globale, con un mercato florido che al 2032 potrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di dollari, sospinto da un tasso di crescita annuale stimato attorno al 6,3 per cento. Numeri che testimoniano le potenzialità di un settore considerato un asset alternativo da investimento tra i più sofisticati, ammantato per questo da un’aura di esclusività.
«I francobolli sono sinonimo di storia, ricercatezza e passione. Per muoversi in questo mondo così affascinante e articolato è opportuno farsi affiancare da chi ne conosce i segreti e la tradizione, così da non incorrere in acquisti poco avveduti», raccomanda Giancarlo Martignone, responsabile della Filatelia antiquariale di Bolaffi, azienda che da oltre 130 rappresenta un assoluto punto di riferimento per il settore. A fare il valore di un francobollo – spiega l’esperto – sono la tiratura (più è bassa, maggiore è il pregio), la qualità, l’ottima conservazione, l’assenza di annullo postale e soprattutto la riconoscibilità universale dell’emissione. Caratteristiche di cui è particolarmente ricca la filatelia italiana.
«Abbiamo francobolli di età risorgimentale, come il Tre Lire di Toscana o la Trinacria di Napoli dittatura, che esprimono una grande cura estetica, sono conosciuti a livello internazionale e possono valere oltre 100mila euro», prosegue Martignone, il quale cita anche la grande storia filatelica dello Stato pontificio, le cui stampe di maggior valore sono quelle di metà Ottocento. Eccellenti pezzi d’epoca novecentesca sono poi i Trittici di Balbo, due emissioni speciali volute dal generale e aviatore italiano per celebrare la sua storica crociera aerea nord-atlantica del 1933.

Obbligatorio poi menzionare il primato d’Oltremanica: il Penny Black, stampato a Londra nel 1840 con impressa l’effige della regina Vittoria, è considerato il primo francobollo del mondo e nel 2024 è stato battuto all’asta da Sotheby’s con un valore stimato tra 1,5 e 2,5 milioni di dollari. Il record attuale per un francobollo venduto all’asta appartiene però al British Guiana One-Cent magenta, venduto nel 2014 per 9,5 milioni.
In un settore in cui l’unicità fa la differenza, a far brillare gli occhi dei collezionisti sono poi quelle affrancature che presentano piccole ma distintive imprecisioni di stampa. È il caso del Gronchi Rosa, il francobollo “sbagliato” più famoso d’Italia, emesso nel 1961 in occasione del viaggio del presidente della Repubblica in Sudamerica: riportava una svista nel disegno dei confini del Perù, che non includevano una regione amazzonica annessa in quegli anni dal Paese andino. Altrettanto celebre (e pregiato) l’errore scovato da uno studente su un singolo esemplare di Tre skilling svedese, stampato accidentalmente in giallo e non in verde: una unicità che portò il francobollo a un valore d’asta di 2 milioni. «La storia della filatelia è ricca di questi imprevisti, che anche in tempi molto recenti hanno ravvivato il mercato e acceso la passione dei collezionisti», annota Martignone, ricordando la vicenda del francobollo vaticano commemorativo della Giornata mondiale della Gioventù 2023, che raffigurava Papa Francesco sulla prua di una barca, ispirata alla caravella del Monumento alle scoperte di Lisbona. Accusato di evocare il passato colonialista portoghese (le follie woke non risparmiano nemmeno i francobolli), fu ritirato e sostituito. Si stima che in circolazione ci siano circa 1.300 esemplari, ricercatissimi dai collezionisti e oggi venduti a quasi 500 volte il loro valore facciale di 3,10 euro.

Tra le mani degli appassionati arrivano così veri e propri frammenti di cultura e di storia con caratteristiche proprie dei beni rifugio (offerta limitata, domanda stabile, tangibilità, bassa correlazione con i mercati finanziari). Un affare per molti ma non per tutti: «Occorrono competenza e passione. È più facile diventare un trader online che un vero collezionista di francobolli». Altro che passatempo da investitori vintage.
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