Sono entrati in vigore oggi i nuovi dazi del 50% imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio provenienti dal resto del mondo. La misura, volta a proteggere due settori considerati strategici, accresce la tensione commerciale tra gli Stati Uniti e i principali partner internazionali, con la Cina e l’Unione Europea in prima linea. Al momento, il Regno Unito è stato escluso dall’ordine esecutivo, grazie all’accordo tariffario raggiunto lo scorso mese.
L’impatto sul mercato
Secondo Saverio Berlinzani, chief analyst di ActivTrades, «nel breve termine i titoli del settore siderurgico statunitense potrebbero beneficiare di una maggiore quota di mercato». Tuttavia, l’aumento dei costi per le materie prime rischia di comprimere i margini di altri settori fondamentali come l’automotive, l’edilizia e la produzione di macchinari, soprattutto per le aziende orientate all’export.
A livello macroeconomico, l’inasprimento delle tensioni commerciali alimenta l’incertezza sui mercati e potrebbe tradursi in una maggiore volatilità per gli indici azionari globali, tra cui l’S&P 500 e il Dax. In Europa, società come ArcelorMittal e Voestalpine sono esposte a possibili ribassi nel caso di misure di ritorsione o di un accesso più limitato al mercato americano. Da monitorare, oltre ai listini europei, anche i mercati di Cina e Giappone.
Sul fronte delle materie prime, i future sul tondino d’acciaio hanno recuperato terreno attestandosi intorno ai 3.000 yuan per tonnellata, dopo un crollo all’inizio della settimana dovuto ai timori di un calo della domanda. L’aumento dei dazi è destinato a far salire i prezzi dell’acciaio negli Stati Uniti, aggravando le pressioni sui mercati internazionali, con la Cina che ne subirà l’impatto più pesante.
La scelta di Washington
Ieri sera il presidente americano ha firmato l’ordine esecutivo che raddoppia i dazi dal 25% al 50%. Nel decreto, si legge che la misura è necessaria per «adeguare le importazioni e garantire che non mettano a repentaglio la sicurezza nazionale». Il presidente Trump ha sottolineato che le nuove tariffe saranno «più efficaci nel contrastare l’eccesso di produzione a basso costo proveniente da paesi stranieri, che minaccia la competitività delle industrie siderurgiche e dell’alluminio statunitensi».
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